Mozioni di Settembre/ 11

Agganciamoci alla ripresa e apriamo subito un nuovo cantiere

Giuseppe Pennisi

Cosa proporre come programma per completare utilmente la legislatura? Vedo sette punti da dividere in due capitoli: breve e medio periodo, lungo termine. Il primo consiste nell'agganciarsi alla ripresa, scansare un nuovo eventuale capitombolo internazionale e prepararsi al mondo del “dopo crisi”. Il secondo riguarda politiche di contesto che avranno effetti “nella fase di cantiere” ma i cui benefici si sentiranno principalmente “nella fase a regime”.

    Cosa proporre come programma per completare utilmente la legislatura? Vedo sette punti da dividere in due capitoli: breve e medio periodo, lungo termine. Il primo consiste nell'agganciarsi alla ripresa, scansare un nuovo eventuale capitombolo internazionale e prepararsi al mondo del “dopo crisi”. Il secondo riguarda politiche di contesto che avranno effetti “nella fase di cantiere” ma i cui benefici si sentiranno principalmente “nella fase a regime”. Politiche di breve e medio periodo. Primo: Mantenere gli obiettivi di bilancio e di diminuzione dello stock di debito ma ridurre la pressione tributaria ampliando la “no tax area” per i meno capienti e riducendo il numero delle aliquote, nonché recuperando risorse tramite l'abolizione di altri enti inutili (molte province, il mastodontico Isfol), riorganizzando gli enti internazionali in un unico istituto (indi riducendo il costo) e riducendo l'evasione ed evasione tramite la semplificazione del sistema.

    Secondo: rilanciare la politica dei prezzi e dei redditi sia su base settoriale (ad esempio seguendo l'esempio dell'accordo di Pomigliano) sia su base regionale al fine di aumentare produttività e competitività – i veri ostacoli alla crescita di lungo periodo dell'Italia. Politiche di contesto e di medio e lungo periodo. Primo. Completamento del federalismo. Dal tempo della riforma del Titolo Quinto della Costituzione, circa dieci anni fa, siamo in mezzo a un guado in tutti i maggiori settori. Ciò crea disorientamento, scoraggia investimenti dall'estero, aumenta costi di transazione. O torniamo alla vecchia sponda del centralismo napoleonico-giolittiano o transitiamo a quella nuova del federalismo. In mezzo al guado, finiremo con il prenderci la polmonite o affondare. Secondo. Riforma della Giustizia per porci in linea con il resto delle democrazie occidentali in termini di separazione delle carriere tra pubblica accusa e magistratura giudicante e per ridurre drasticamente i tempi dei procedimenti – altro masso sulla via della crescita.

    Terzo. Un adeguato rilancio delle infrastrutture
    con gli 80 miliardi di euro (in gran misura di fonte Ue) che rischiano di restare in buona parte dirottati verso altre aree dell'Unione se per contentare migliaia di “pretendenti” con distribuzioni a pioggia restiamo paralizzati. Quarto. Completare la riforma della Scuola e dell'università, basi effettive per tornare almeno a ricerca adattiva e innovazione di processo e di prodotto. Quinto. Un nuovo pilastro alla politica dell'immigrazione che, nel rafforzare la Bossi-Fini, semplifichi la concessione della cittadinanza a chi è nato su suolo italiano, ha studiato prevalentemente nel nostro paese dando prova di volerne recepire i valori di fondo.