Elvira Sellerio, la sirena dal polso fermo che amava i libri come figli

Nicoletta Tiliacos

Come tutte le donne molto belle, Elvira Sellerio, morta ieri a Palermo, non aveva età, anche se l'anagrafe le attribuiva settantaquattro anni. Nata Giorgianni, figlia di prefetto – forse per questo dotata di quel polso fermo che tutti le riconoscevano – nel 1969 aveva fondato la sua casa editrice con il marito Enzo Sellerio, famoso fotografo, e con la collaborazione e l'incoraggiamento di Leonardo Sciascia e dell'antropologo Nino Buttitta.

    Come tutte le donne molto belle, Elvira Sellerio, morta a Palermo, non aveva età, anche se l'anagrafe le attribuiva settantaquattro anni. Nata Giorgianni, figlia di prefetto – forse per questo dotata di quel polso fermo che tutti le riconoscevano – nel 1969 aveva fondato la sua casa editrice con il marito Enzo Sellerio, famoso fotografo, e con la collaborazione e l'incoraggiamento di Leonardo Sciascia e dell'antropologo Nino Buttitta. Il catalogo della Sellerio è eloquente testimonianza di genio editoriale. Le sue  scelte sofisticate, capaci di “mantenere lo stile” e di renderlo sempre riconoscibile, hanno incontrato anche il favore del pubblico. E' il caso dello stesso Sciascia come di Gesualdo Bufalino, per arrivare a Camilleri e a i più recenti Carofiglio, Giménez-Bartlett, Doody.

    Salvatore Silvano Nigro,
    italianista e docente alla Normale di Pisa, da più di trent'anni collaboratore della casa editrice, dove approdò anche per volontà di Sciascia e di cui è oggi direttore editoriale, racconta al Foglio, per spiegare chi fosse Elvira Sellerio, che la conobbe “all'inizio degli anni Settanta, dopo una mia recensione molto negativa, uscita su Paese Sera, di un libro da lei pubblicato”. Invece di arrabbiarsi, l'editrice “volle conoscermi. Volle sapere di me, della mia famiglia, della mia vita, e mi propose di collaborare alla sua impresa. Sciascia mi aveva messo scherzosamente in allarme. Attento, mi aveva detto, Elvira è una sirena. Ed è vero, è stata sempre una straordinaria seduttrice intellettuale, capace di ottenere tutto quello che voleva”.
    Una sirena, dunque. Di un genere poco convenzionale, grande nuotatrice nel mare delle passioni letterarie: “Era da sempre una lettrice voracissima. Conosceva autori anche minimi della letteratura mondiale, e questo le permetteva di tirar fuori dalla sua biblioteca personale titoli dimenticati, che faceva rivivere nelle sue collane e che noi scoprivamo grazie a lei. Non abbiamo mai pubblicato un libro che Elvira Sellerio non avesse letto e che non avesse discusso, approvato e curato personalmente. Non credo che siano molti gli editori da tremila libri di cui si possa dire la stessa cosa”, dice ancora  Nigro. Perché, pur considerata “piccola”, la casa editrice Sellerio è a tutti gli effetti una grande impresa culturale, “con una produzione invidiabile – sottolinea lo studioso – e di questo il merito va soprattutto a lei”.

    Se qualcosa non la convinceva fino in fondo,
    Elvira Sellerio non chiudeva le porte. “Non diceva mai un no deciso, perché temeva di offendere le persone. Diceva semmai: vediamo domani. Con noi collaboratori, compreso Sciascia, dopo averci dato ragione all'inizio, ci portava dove voleva. Con tale sottigliezza che, alla fine, tutti la ringraziavamo, perché aveva davvero ragione lei”. La stessa incapacità di dire dei “no” secchi la conoscono tutti coloro che hanno avuto la ventura di chiederle interviste. Molto rare, quelle concesse, più che altro all'epoca del coinvolgimento nella breve stagione nella Rai dei “professori” (si dimise con sollievo, ansiosa di tornare ai suoi libri e anche alla sua amata campagna dalle parti di Ragusa). Interviste subite con grazia da quella bella signora di eleganza antica, talmente schiva da sembrare scostante.

    Nemica delle fotografie:
    lei, moglie di un grande fotografo. Provava in ogni modo a far desistere il questuante, rimandava, si scusava, prometteva, si sottraeva mille volte prima di rassegnarsi a parlare. E allora, finalmente, non lesinava né cordialità né sorrisi, seduta nella sua poltrona nell'ufficio di via Siracusa 50, sempre avvolta dal fumo delle sue proibitissime sigarette (gustate di nascosto fino all'ultimo, però, perché “i vizi vanno coltivati”). Intorno a lei, la grande famiglia allargata della casa editrice. Prima di tutto i figli veri, Antonio e Olivia. Figli del marito separato ma mai lontano, Enzo Sellerio. Autore della copiatissima veste grafica dei libri blu, dal 1983 si occupa delle pubblicazioni d'arte e di fotografia. “Le persone che lavorano alla Sellerio sono le stesse di trent'anni fa – spiega ancora Salvatore Silvano Nigro – e davvero l'impronta di Elvira Sellerio è inconfondibile. Pochi redattori, tutte donne, tutte cresciute lì dentro, tutte entusiaste. Lei, per prima, non si è mai risparmiata: passava l'intero giorno a leggere, circondata dai manoscritti, o a parlare con gli autori. Li seguiva, li incoraggiava, li consigliava. Non so immaginare un intreccio più appassionato tra vita e lavoro”.