Coito ergo sum?

Annalena Benini

L'idea di prendere una pillola per avere finalmente voglia di andare a letto col proprio povero marito, o per trovare la forza interiore di sedurre il capoufficio occhieggiante, è ridicola, ma anche la teoria della controrivoluzione sessuale che dà la femminista Camille Paglia sul New York Times (tradotta ieri dalla Repubblica) non è molto convincente: il calo del desiderio femminile sarebbe dovuto al troppo lavoro, alla magrezza, all'efficientismo, alla nudità senza più allusioni.

    L'idea di prendere una pillola per avere finalmente voglia di andare a letto col proprio povero marito, o per trovare la forza interiore di sedurre il capoufficio occhieggiante, è ridicola, ma anche la teoria della controrivoluzione sessuale che dà la femminista Camille Paglia sul New York Times (tradotta ieri dalla Repubblica) non è molto convincente: il calo del desiderio femminile sarebbe dovuto al troppo lavoro, alla magrezza, all'efficientismo, alla nudità senza più allusioni. Il calo del desiderio, se davvero esiste (ma a sentire i racconti estivi di prodezze inventate o solo sognate non sembra), sarebbe una specie di malattia.

    Non la libertà, per una donna, di fare come le pare e magari a un certo punto dire: preferisco il giardinaggio, preferisco ricamare cuscini, preferisco il rumore del mare. Si cerca invece la ricetta, chimica o culturale, dell'eccitazione perenne, come se all'estetica pseudo porno prodotta dal botox (occhi allungati, labbra turgide, sguardo tra lo stupito e l'innamorato, tette enormi) dovesse corrispondere un atteggiamento di entusiastica disponibilità erotica, una specie di impegno a mantenere le promesse lanciate dal corpo: una faticaccia, soprattutto un motivo per essere ulteriormente colpevolizzate (non ti va? pigliati una pasticca, lavora di meno, metti su qualche chilo, vai un po' indietro nel tempo, ritorna a essere una casalinga vogliosa – chi le possiede, porti le prove del livello di continuo arrapamento delle casalinghe di una volta, a parte Madame Bovary, che comunque era una mitomane che urlava in continuazione a se stessa: “Ho un amante! Ho un amante!”).

    Secondo un saggio appena uscito in America, “Sex at Dawn: The Prehistoric Origins of Modern Sexuality”, di Christopher Ryan e Cacilda Jethá, la profonda crisi del matrimonio americano ha semplici motivazioni sessuali: coppie completamente prive di passione. “La monogamia va contro la natura, uomini e donne non sono fatti per vivere eterne unioni monogamiche”. Non è una scoperta sconvolgente, Gustave Flaubert l'aveva pensato prima e scritto meglio: a Charles Bovary non sarebbe bastato tutto il viagra rosa del mondo per riaccendere lo sguardo della moglie. Mancanza di desiderio, corna, ritorno del desiderio, stato di eccitazione permanente, poi nuovamente crollo, diritto assoluto a non essere rimpinzate di pillole (nel caso degli uomini, sopperiscono a una mancata reazione fisica, nel caso delle donne la faccenda è molto più complicata e non basterebbero tutti i romanzi di Philip Roth a spiegarla). La vita sessuale femminile non ha bisogno di essere studiata né curata: è questione di momenti giusti o sbagliati, e al massimo di impegno maschile nel non fare crollare sempre più ogni tentazione.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.