Per tutti i tifosi antifrancesi (e sono tanti) c'è una pizza speciale con le rane

Guido De Franceschi

José Mourinho, giocando a fare l'antipatico, è diventato un'icona. Il ct francese Raymond Domenech, giocando a fare l'antipatico, è diventato arciantipatico. Guidata da tanto leader, la squadra transalpina gode anche di una guerra per bande in uno spogliatoio che somiglia per coesione a un gruppuscolo trotzkista. In più, se quasi tutti i giocatori dei Bleus sono di origine straniera, la gran parte dei francesi di origine straniera tifa per la squadra del paese di provenienza.

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    José Mourinho, giocando a fare l'antipatico, è diventato un'icona. Il ct francese Raymond Domenech, giocando a fare l'antipatico, è diventato arciantipatico. Guidata da tanto leader, la squadra transalpina gode anche di una guerra per bande in uno spogliatoio che somiglia per coesione a un gruppuscolo trotzkista. In più, se quasi tutti i giocatori dei Bleus sono di origine straniera, la gran parte dei francesi di origine straniera tifa per la squadra del paese di provenienza. E quando squadre come l'Algeria o la Tunisia giocano una partita in uno stadio francese metà del pubblico “di casa” cerca di convincere tutti che le parole della Marsigliese consistano in una serie di poderosi fischi.

    Con queste tambureggianti premesse,
    e con già nel sacco anche un noiosissimo 0 a 0 con l'Uruguay, la Francia ha seminato ostilità dovunque. In primis in terra d'Irlanda, dopo che l'Eire, allenata da Trapattoni, ha visto accartocciare il proprio biglietto per il Sudafrica dalla stessa mano con cui Henry ha accompagnato un pallone sul piede di Gallas, pallone poi finito in rete. In quell'occasione il fumantino Trap, stroncato dall'amarezza, non è neppure riuscito a piegare la sua immaginifica poliglossia a una delle sue celebri invettive. Anzi, più che con Henry, se l'è presa con l'arbitro: per capire che il gol era irregolare “He could also ask the Henry and he could also heard il suo collega in regia”, spiegò un Trap deluso alla tv di Dublino. Da allora gli irlandesi sono incarogniti. Per la stampa dell'isola, se quella di Maradona fu “the hand of God” che punì gli avversari albionici, quella di Henry è stata soltanto “the hand of frog”, la mano della rana, dove l'anfibio indica nello slang più sprezzante i francesi.

    E Pizza Hut ha lanciato una promozione per i propri clienti irlandesi: dopo ogni gol che la Francia dovesse subire nel Mondiale, i primi 350 che ordineranno una pizza attraverso Facebook mangeranno gratis (molti utenti domandano se si può avere la baguette come base della propria pizza e le rane come condimento extra).

    D'altronde, anche gli italiani hanno rinverdito l'affetto calcistico per i cugini quando, neppure invitati alla cerimonia, si sono accorti che il Sudafrica ha ricevuto la coppa dalle mani del francese Patrick Vieira con buona pace di ogni protocollo che vedrebbe in questo ruolo i detentori del titolo. E nessuno si sogna di pensare che dietro al recentissimo voto dell'Uefa che ha assegnato a Parigi gli Europei 2016 ci sia la longa manus del presidente dell'Uefa medesima, il francese Michel Platini. Eliminata l'ipotesi italiana, l'ultimo spareggio elettorale ha visto la Turchia perdere per 7 voti a 6; a quel punto Platini ha tranquillizzato tutti sulla sua equanimità dicendo che ha molti amici turchi e un cognome che “suona italiano”. Se il presidente fosse un despota, ha aggiunto, la votazione sarebbe finita 13 a 0. Apperò! Invece, vive la démocratie.

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