Maonomics

Loretta Napoleoni spiega perché le cinesi sono molto più felici di noi povere occidentali

Annalena Benini

L'occidentale è il nuovo provinciale. Quando a Loretta Napoleoni fanno una domanda che lei considera inadeguata o non sufficientemente “evolutiva”, risponde così: “Questo modo di pensare è molto occidentale”, nel senso di non abbastanza moderno, non abbastanza cinese. Nel suo nuovo libro “Maonomics, l'amara medicina cinese contro gli scandali della nostra economia”, edito da Rizzoli, l'economista spiega perché il modello economico e politico cinese è il futuro ed è migliore del nostro.

    L'occidentale è il nuovo provinciale. Quando a Loretta Napoleoni fanno una domanda che lei considera inadeguata o non sufficientemente “evolutiva”, risponde così: “Questo modo di pensare è molto occidentale”, nel senso di non abbastanza moderno, non abbastanza cinese. Nel suo nuovo libro “Maonomics, l'amara medicina cinese contro gli scandali della nostra economia”, edito da Rizzoli, l'economista esperta di terrorismo (ha detto che al Zarqawi, il decapitatore di Nick Berg, per intenderci, era soltanto un povero proletario giordano creato da quegli stupidi di americani, che hanno ingaggiato un'assurda guerra contro al Qaida, all'origine di tutti i mali economici, mentre il cambiamento climatico è molto più pericoloso perché presto non avremo più abbastanza idrocarburi per vivere), la sostenitrice della necessità di una finanza etica (lei apprezza molto anche quella islamica che rispetta la sharia) spiega perché il modello economico e politico cinese è il futuro ed è migliore del nostro: un capi-comunismo (capitalismo-comunismo) in continua evoluzione, in grado di spazzare via anche il bisogno di psicofarmaci degli occidentali.

    Sostiene Loretta Napoleoni che in Cina vive un popolo a più alto tasso di felicità, mentre il nostro stile di vita è depressivo e siamo tutti drogati di shopping e di Prozac. Le ragazzine cinesi che, quando riescono a nascere, dalle campagne vanno a lavorare nelle fabbriche di borse o di scarpe undici ore al giorno e vengono multate se vanno in bagno ogni due ore anziché ogni quattro sono infatti molto contente e grate perché, come scrive Loretta, “a chi vive nelle campagne si dà la possibilità di diventare lavoratori migranti”, ed è una dinamica rivoluzionaria. Noi ragazze italiane invece siamo ancora prigioniere del cliché “della femmina provocante e preda, la cui posizione ideale è sempre e solo quella orizzontale” (si finisce sempre a parlare di escort), con Silvio Berlusconi che incarna l'orribile stereotipo del latin lover, mentre in Cina quanto a condizione femminile si sta una meraviglia: “Tutto questo sarebbe impensabile in Cina. Anche se Mao ha avuto più di una moglie e l'ultima ha tentato di indossare i panni di Evita, i leader cinesi sembrano non possedere una vita privata. Non solo non vediamo mai le loro mogli e la loro famiglia, ma ostentatamente costoro proiettano un manierismo pudico. (…) A casa nostra succede il contrario”. Dev'essere fantastico: sobrietà, eleganza, mistero, e non certo perché esistono le censure, la libertà è limitata e hanno tolto anche Google, ma perché lo stato garantisce saggiamente gli interessi delle signore.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.