L'intricato caso di Oxford spiega come andranno le elezioni inglesi

Antonio Gurrado

Quasi come la Gallia di Cesare, Oxford è divisa in due parti: il collegio elettorale di Oxford West è stato strappato ai Conservatori dai Lib-Dem nel 1997, mentre quello di Oxford East rielegge l'ex ministro laburista Andrew Smith dal 1987. L'ultima conferma è stata la meno rassicurante, con Smith capace di primeggiare per soli 332 voti sullo sfidante Steve Goddard, studioso di Flaubert al Balliol College, quello di Adam Smith e Graham Greene.

    Quasi come la Gallia di Cesare, Oxford è divisa in due parti: il collegio elettorale di Oxford West è stato strappato ai Conservatori dai Lib-Dem nel 1997, mentre quello di Oxford East rielegge l'ex ministro laburista Andrew Smith dal 1987. L'ultima conferma è stata la meno rassicurante, con Smith capace di primeggiare per soli 332 voti sullo sfidante Steve Goddard, studioso di Flaubert al Balliol College, quello di Adam Smith e Graham Greene. Il confronto verrà rinnovato quest'anno e il risultato potrebbe cambiare.

    Entrambi i seggi hanno un che di controverso. Sono due sparute macchioline immerse nella marea blu dell'Oxfordshire e del Buckinghamshire, regioni tradizionalmente conservatrici. Il seggio occidentale è attaccato a quello di Witney, dove corre David Cameron; include gli edifici storici dell'università e arriva fino ad Abingdon, paesino da cartolina sulle sponde del Tamigi. Dovrebbe essere un'enclave conservatrice ma, stando alla Bibbia della politica britannica (Total Politics guide to the 2010 general election, di Greg Callus e Iain Dale), la massiccia presenza di studenti ha favorito i Lib-Dem. Il Labour è pressoché inesistente: nel 2005 non è andato oltre il 16%.

    A oriente il seggio include estremi opposti come le aree proletarie di Blackbird Leys e Cowley, dove troneggia la fabbrica BMW, nonché la dinamica e modernissima area che comprende l'ex politecnico Brookes, la sottounivesrità di Oxford che ha dichiarato indipendenza diciott'anni fa. Rispetto al 2005 al seggio è stata aggregata la maggioranza dei college, ossia l'area dove vive la maggior parte dei professori dell'università vera.  Ragionando per classi, si presume che costoro votino in massa per il loro collega Lib-Dem mentre i proletari confermino la caduta libera intrapresa da Smith, eletto con percentuali sempre decrescenti, accordando i propri favori a partiti oltranzisti. In particolare si teme l'UK Independence Party, che reclama l'uscita dall'Unione Europea e per sommo paradosso è l'unico altro partito a candidare un professore, la specialista di Shakespeare Julia Gasper. Per quanto piccolo sia il bacino dell'Ukip (intorno al migliaio di sostenitori), la maggioranza laburista è talmente risicata da rendere potenzialmente letale ogni voto fuggito a destra per protesta.

    L'intricatissimo doppio caso di Oxford sembra riprodurre in scala ciò che sta accadendo a livello nazionale ma per strada è pressoché impossibile accorgersi che ci sono le elezioni: niente palchetti per i comizi, niente manifesti coi faccioni dei candidati. Solo da qualche finestra di casa privata occhieggia lo striminzito cartello con il nome del candidato prescelto, appeso da un generoso sostenitore; in due casette a schiera del seggio occidentale convivono pacificamente il cartello rosso dell'avvocato Richard Stevens e quello blu della cantante lirica Nicola Blackwood, la bionda trentenne che fa molto New Conservatism. Che si tratti tuttavia di una sfida capitale è testimoniato dall'impegno dei leader nazionali. Mercoledì Nick Clegg è andato a corteggiare i nuovi elettori di Oxford East, gli studenti immatricolati a Brookes negli ultimi anni che potrebbero fornire i pochi voti necessari a scavalcare alfine la supremazia laburista, come sempre più voci di corridoio universitario sembrano dare per scontato. Talmente scontato che David Cameron s'è prodigato a farsi vedere in giro per Abingdon a sostegno della sua candidata nuova di zecca: va bene che parte da un considerevole svantaggio di 7000 voti, si sarà detto, ma se i Lib-Dem si concentrano troppo sul sorpasso nel modaiolo seggio orientale allora a ovest la macchiolina gialla potrebbe tornare blu come ai tempi di John Major.