Viva Balotelli

Annalena Benini

Mario Balotelli è il bersaglio preferito dei tifosi da stadio, categoria umana non dotata di grande senso dell'umorismo, gente con l'ossessione della tribù, del nemico e degli insulti, sempre gli stessi, persone capaci di spendere spaventose quantità di denaro per accedere al parcheggio vip dello stadio di San Siro, appostarsi in dieci dietro la macchina di un ragazzo di diciannove anni per dirgli testa di cazzo. Quindi viva Balotelli, che almeno si diverte, dall'alto della giovinezza, a lanciare bombe nel conformismo calciatorio, fatto di quest'angoscioso e cupo senso di squadra e di un noioso galateo di sciarpe e gesti simbolici.

Balotelli come Fini: deve andarsene o rimanere? Ditelo su Twitter in 140 caratteri

    Mario Balotelli è il bersaglio preferito dei tifosi da stadio, categoria umana non dotata di grande senso dell'umorismo, gente con l'ossessione della tribù, del nemico e degli insulti, sempre gli stessi, persone capaci di spendere spaventose quantità di denaro per accedere al parcheggio vip dello stadio di San Siro, appostarsi in dieci dietro la macchina di un ragazzo di diciannove anni per dirgli testa di cazzo. Quindi viva Balotelli, che almeno si diverte, dall'alto della giovinezza, a lanciare bombe nel conformismo calciatorio, fatto di quest'angoscioso e cupo senso di squadra e di un noioso galateo di sciarpe e gesti simbolici che nemmeno in Parlamento, nemmeno alla direzione nazionale del Pdl: il presidente della Camera Gianfranco Fini mastica chewingum in ogni occasione ufficiale e, quand'è molto nervoso con Silvio Berlusconi, come ieri, si mette anche a fare mezzi palloni, esteticamente è molto peggio che levarsi la maglia dell'Inter e buttarla per terra.

    Che poi sotto non era nemmeno a torso nudo, purtroppo
    (chi ha introdotto la maglietta della salute nelle divise dei calciatori voleva togliere alle ragazze ogni chance di tifo). Balotelli ha aspirazioni da bambino di un cartone animato: diventerò il  più forte del mondo. E' un individualista strafottente con accento bresciano che ascolta solo sua madre e tende ad annoiarsi se non fa un tiro al volo, un bel gesto, qualcosa da ricordare, se ne frega del mister e a insulto risponde con insulto. Potrebbe scrivere lettere terzomondiste a Walter Veltroni, per dire, potrebbe lanciare un appello contro “tutti i razzismi”, invece alza il dito medio. Questa colonnina non capisce niente di calcio, ha la nevrosi del rumore della partita dentro la tivù, quindi Balotelli fa bene a mandarli tutti a quel paese. Negli stadi d'Italia ci si riunisce per fischiare un immigrato di diciannove anni che sa giocare bene a pallone e poi ci si scandalizza perché simbolicamente si è suicidato buttando una maglietta per terra, e si srotolano pergamene con codici calcistici da Rotary club, ma che gente è? In tutto questo peggio, Balotelli potrebbe forse tirar fuori il meglio: novità, romanzo, fine del piagnisteo sull'idea di squadra e di tifo, fine dell'orrenda parola mister.

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    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.