Lehman sisters

Annalena Benini

Alla Lehman Brothers bisognava essere mogli perfette, madri amorevoli, entusiaste padrone di casa e graziose dame di carità, se si teneva alla carriera del marito (e alla propria stanza delle scarpe). Vita da casalinghe disperate, costrette a fare amicizia con le altre mogli, a vestirsi negli stessi negozi, a diventare vicine di casa, ad andare la domenica pomeriggio a visitare la nuova tenuta di qualche pezzo grosso anche se il bambino piccolo aveva la febbre a quaranta e le convulsioni. Un sacco di soldi per risarcire quella noia mortale e molte foto di gruppo in tenuta da golf.

    Alla Lehman Brothers bisognava essere mogli perfette, madri amorevoli, entusiaste padrone di casa e graziose dame di carità, se si teneva alla carriera del marito (e alla propria stanza delle scarpe). Vita da casalinghe disperate, costrette a fare amicizia con le altre mogli, a vestirsi negli stessi negozi, a diventare vicine di casa, ad andare la domenica pomeriggio a visitare la nuova tenuta di qualche pezzo grosso anche se il bambino piccolo aveva la febbre a quaranta e le convulsioni. Un sacco di soldi per risarcire quella noia mortale e molte foto di gruppo in tenuta da golf. Ora che è tutto finito, parecchie hanno divorziato e sono finalmente fuggite con un cowboy giovane e spiantato, altre sono rimaste accanto al marito tracollato e hanno raccontato l'incubo Lehman: “Se avevi sposato uno della Lehman, appartenevi anche tu all'azienda. E se tuo marito diventava importante, sapevi già che nella cerimonia di investitura ti avrebbe chiesto, davanti a tutti, scusa per tutte le cene, i weekend e le vacanze cancellate.

    Cioè, Brad per vent'anni non ha fatto niente che non fosse Lehman Brothers. Non una cartolina, un regalo di Natale, una telefonata alla sua famiglia. Ho fatto tutto io. Come moglie Lehman, bisogna crescere i figli da sola, farli da sola in ospedale, essere carine e sorridenti a ogni evento, resistere all'impulso di strangolare tutti”. Il motto Lehman era: family first. Nel senso che nessun manager ambizioso poteva fare carriera senza un matrimonio felice, senza una signora accanto con scarpe di Manolo Blahnik (le scarpe di MB, però, non sono rubricabili alla voce: sacrificio). E nessun marito in carriera poteva permettersi di lasciare la moglie per un'altra: quando successe, il tizio venne prima isolato, poi fatto fuori dalla società, infine morì in macchina da solo e ubriaco. “Se facevi una scelta personale che urtava la Lehman, per te era finita”. Vicky Ward, giornalista investigativa, ha scritto un libro sulla Lehman Brothers (“The Devil's Casino”) e ha anticipato a Vanity Fair Usa il capitolo sulle mogli: se, durante un weekend in campagna, ovviamente targato Lehman, la moglie di un potente ignorava volutamente un'altra moglie e non la salutava, significava che il marito di quest'ultima stava per essere fatto fuori. Regola assoluta per figli e consorti: “Litiga pure quanto vuoi con me in privato. Chiamami stronzo a casa tutte le volte che vuoi. Ma non permetterti mai, mai, mai, di esprimere le tue opinioni domestiche in pubblico”.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.