L'allegra vecchiaia di madame L'Oréal

Annalena Benini

Chère maman, ha scritto la figlia di Liliane Bettencourt, ti voglio talmente bene che devo proteggere la tua vulnerabilità e farti mettere sotto tutela. Mammina cara, una delle donne più ricche del mondo (ha ereditato dal padre L'Oréal), ha mandato al diavolo la figlia. Che, in effetti, è già abbastanza ricca per non doversi preoccupare dei Picasso e dei denari con cui la bella Bettencourt, quasi novantenne, vezzeggia da anni un fotografo affascinante e omosessuale, François-Marie Banier.

    Chère maman, ha scritto la figlia di Liliane Bettencourt, ti voglio talmente bene che devo proteggere la tua vulnerabilità e farti mettere sotto tutela. Mammina cara, una delle donne più ricche del mondo (ha ereditato dal padre L'Oréal), ha mandato al diavolo la figlia. Che, in effetti, è già abbastanza ricca per non doversi preoccupare dei Picasso e dei denari con cui la bella Bettencourt, quasi novantenne, vezzeggia da anni un fotografo affascinante e omosessuale, François-Marie Banier (amico di tutti: Pierre Cardin, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Françoise Sagan – almeno fino al pre povertà): lei gli ha regalato circa un miliardo di euro, ma lui in cambio ha fatto molto di più, ha detto romanticamente la signora: “Grazie a lui non sono rimasta prigioniera dell'ambiente convenzionale a cui mi destinava la mia fortuna”, cioè, si può immaginare, presidentesse di associazioni filantropiche, anziani commercialisti col toupet, nobili vegliarde dedite al cognac, direttori di banca in cravatta rosa pronti ad appiccicosi baciamano.

    Il fotografo (ma anche pittore e romanziere: “Come non ho potuto impedirmi di nascere, così non posso impedirmi di scrivere e fotografare” e certo non ha nemmeno potuto impedire a questa signora del 1922 di donargli polizze assicurative, assegni e quadri) non è riuscito a farsi adottare, ma ha fatto divertire Liliane Bettencourt forse più di un vero amante, l'ha portata in giro per mostre e salotti artistici, magari in motorino, l'ha fotografata in bianco e nero, le ha impedito, raccontano i maggiordomi, di mettersi certi rossetti con cui “sembri un mostro”, le ha raccontato pettegolezzi divertenti sul bel mondo parigino, le ha insegnato quali sciarpe indossare per sembrare intelligente, insomma le ha regalato una seconda, allegra vecchiaia.

    La Bettencourt si è generosamente sdebitata: di solito le anziane riccone sono taccagne, come quell'arcigna della figlia, si innervosiscono se sorprendono le cameriere a mangiare biscotti o a riscaldare troppo le stanze, regalano solo marron glacé e usano lacche per capelli fuori commercio, invece Banier è riuscito ad avere ospitalità, favori, quadri di Mondrian, Matisse, De Chirico, ma senza pregiudicare l'eredità della figlia lagnosa, anche se ora la madre ha la tentazione di revocarle le donazioni per ingratitudine, come ha detto l'avvocato: “Siamo scioccati da quest'azione scandalosa, un colpo basso che manifesta un'impazienza indecente per prendere un potere che ancora non ha del tutto e per consegnare la madre alla morte civile”. La signora rifiuta energicamente una visita psichiatrica. “Sono una donna libera”, ha detto. Una donna, non una vegliarda rimbecillita, una ragazza libera di scegliere il proprio profittatore e di spassarsela con lui. La figlia, invecchiando, capirà.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.