Il posto che avrei voluto vedere/ 7

Andrei sulla Luna, chissà quante partite (perse) del Toro

Piero Vietti

A pensarci bene non c’è un posto dove vorrei andare. Uno solo, voglio dire. Forse l’Argentina, così italiana e così sudamericana, magari per attraversarla a cavallo. Quando ero piccolo era la Luna, che infatti guardavo ogni sera con un piccolo telescopio dalla mia finestra.

A pensarci bene non c’è un posto dove vorrei andare. Uno solo, voglio dire. Forse l’Argentina, così italiana e così sudamericana, magari per attraversarla a cavallo. Il problema è che non so andare a cavallo. Una volta ci ho provato e sono cascato giù. Quando ero piccolo era la Luna, che infatti guardavo ogni sera con un piccolo telescopio dalla mia finestra. Chissenefrega se ci erano già andati quei là, la Luna era una cosa mia. Forse mi attirava la solitudine immensa che si deve provare appena allunati lassù, in mezzo alle stelle e al “forte silenzio” cantato da Max Gazzè. Certo, forse non resisterei un minuto, ma vuoi mettere il divertimento di passeggiare tra le cose perdute che sono accatastate sulla faccia invisibile del nostro satellite? Là dove troverei un sacco di partite del Toro, sicuro.

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  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.