Amori e disamori/1

Ha trovato il modo di prendersi gli spazi che un marito devoto alla carriera non le ha saputo dare

Paola Peduzzi

Lui ha tagliato corto, si è tenuto l'anello al dito, voi fatevi i fatti vostri e io mi occupo della Francia. Lei è scomparsa, è andata a farsi coccolare in una spa svizzera e ha confessato a un giornale di provincia le pene della coppia scoppiata.

    Lui ha tagliato corto, si è tenuto l'anello al dito, voi fatevi i fatti vostri e io mi occupo della Francia. Lei è scomparsa, è andata a farsi coccolare in una spa svizzera e ha confessato a un giornale di provincia le pene della coppia scoppiata. Lui ha tenuto fede a ciò che aveva gridato un paio d'anni fa, esasperato dall'abbandono di lei: giù le mani dalla mia famiglia, lasciateci in pace. Lei non è riuscita a essere quella che tutti si aspettavano (la versione francese di Hillary, più alta più bella più vezzosa ma altrettanto metodicamente impegnata nella costruzione del potere, che fosse del marito o il proprio) né quella che avrebbe voluto (una Veronica appena più globetrotter, perché “io amo molto aiutare gli altri”) ed è rimasta lì, a metà strada, semplicemente Cécilia.

    Che cosa ci sia dietro al divorzio dei Sarkozy, la coppia presidenziale più glamour che Ventunesimo secolo abbia visto, non è dato sapere. E' facile accanirsi contro la first lady capricciosa che due anni fa è scappata con un altro – “un po' precipitosamente”, ammette lei – e assolvere il presidente devoto alla bella moglie, anche se poi lo sanno tutti che gli inquilini dell'Eliseo non sono quasi mai mariti fedeli. La sentenza è già scritta: Cécilia è fuggita di nuovo, i giornali titolano “mi sono innamorata e ho lasciato Sarkozy” e non specificano che lei stava parlando ancora dell'altra fuga, di quella del 2005 con il pubblicitario Attias, di quella da cui è tornata con un bicchiere di vino in mano e una serie di idee per la campagna elettorale. La sentenza è già scritta, Cécilia è poco più di un gadget presidenziale anche se appare molto infelice, e i sondaggi volano per il povero Nicolas abbandonato (ma, se anche Cécilia se l'è presa per queste condanne, non lo dà troppo a vedere, si limita a dire che tante cose “aberranti” sono state scritte sul suo conto).

    Così, nell'atto finale – che magari finale non è – di una storia d'amore ventennale, si ripete lo schema che piace tanto ai coniugi Sarkozy: essere imprescindibili l'uno dall'altra. Vicini o lontani che siano, il gioco politico funziona sempre: lei non c'è e lui perde il grugno da mastino ispirando tenerezza; poi si rivedono insieme e ovunque vadano diventano star, lei bellissima e irriverente, lui orgoglioso e sorridente; poi si ridividono e non sbagliano i tempi dell'abbandono, sincronizzandoli perfettamente con l'agenda presidenziale. L'estate appena trascorsa è stata un sublime bignami di questo gioco: l'ingresso trionfale all'Eliseo, il tappeto rosso, il piccolo presidente tutto nervi e sorrisi con la sua Esmeralda, la tribù di figli capelloni e figlie dondolanti sui tacchi, l'emozione, un bacio. Poi la diplomazia a due, lui a tessere i rapporti scuciti dal suo noioso predecessore, lei a girare il mondo per salvare donne dalla prigionia, e assieme al G8 tedesco di cui nessuno ricorda nulla se non i centimetri di pelle abbronzata di Cécilia in bella vista, più sfacciati di tutta la “rupture” messa assieme. Poi l'assenza della first lady a casa dei Bush, l'assenza a un paio di eventi parigini, l'assenza in Bulgaria a prendere i meriti della liberazione delle infermiere. E infine la conferma della separazione nel giorno in cui il paese si fermava per uno sciopero che ancora ieri ha fatto dannare il governo, giusto per dare ai francesi qualcosa di cui parlare mentre aspettavano treni che non sarebbero mai arrivati.

    Una coppia così non si frantuma senza lasciare sparsi i suoi pezzetti. Chi dirà che lui è più forte senza di lei, chi dirà che lui è irriconoscibile, chi rimpiangerà l'eleganza di maglietta-jeans-ballerine e chi gongolerà senza più cotanta first lady tra i piedi. Fosse anche tutto finito qui, fossero anche già pronti fuori dalla porta i premi di consolazione, la presidenza sarkozista vivrà ancora per un bel pezzo all'ombra della presenza-assenza di Cécilia, donna di potere che non tace, che non si nasconde, che finge quando dice di voler star lontana dai riflettori, che ha trovato il modo di prendersi gli spazi che un marito devoto alla carriera e allo stato non le ha saputo concedere.

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi