Per il presidente Palamara bisogna "accantonare polemiche e antagonismi" tra magistrati e potere

Buon compleanno Anm, ma è ora di cambiare

Massimiliano Lenzi

“L'Associazione Nazionale dei Magistrati compie cento anni: è tempo di rilevare alcune questioni che riguardano identità e funzioni, prima di tutto il nodo centrale rappresentato dalle molte riforme di cui si parla da anni, da decenni, senza alcun esito concreto".

    “L'Associazione Nazionale dei Magistrati compie cento anni: è tempo di rilevare alcune questioni che riguardano identità e funzioni, prima di tutto il nodo centrale rappresentato dalle molte riforme che ancora attendono il sistema giudiziario e la magistratura tutta. Riforme di cui si parla da anni, da decenni, senza alcun esito concreto e che sono state compromesse in più occasioni contro l'intendimento della stragrande maggioranza dei magistrati cui sta a cuore esattamente ciò che è caro ai cittadini italiani: un processo giusto e veloce”.

    Buon compleanno Anm, ma è giunta l'ora di cambiare. A parlare, in questa intervista al Foglio.it, è il giudice Cosimo Maria Ferri, 38 anni, membro del Consiglio Superiore della Magistratura ed esponente di Magistratura Indipendente. “Il centenario dell'Associazione – spiega – è in realtà l'occasione migliore per fare autocritica ed affrontare una volta per tutte il tema del correntismo, che minaccia lo stesso valore dell'associazionismo. Basti pensare ai tanti colleghi che si sentono esclusi dalle logiche interne al Csm e all'Anm per la sempre maggiore autoreferenzialità delle correnti. E' dunque giunto il momento di rivedere il nostro ruolo associativo. La gravità dei problemi della giustizia e l'urgenza di porvi rimedio richiedono il contributo di tutti ed il rilancio dell'attività della nostra associazione perché essa possa tornare a svolgere pienamente le funzioni per cui è nata, ossia di rappresentanza delle istanze degli appartenenti all'ordine giudiziario e soprattutto di insostituibile luogo di elaborazione culturale”.

    Per Ferri è il momento delle proposte, ma quali? “Dall'Anm – insiste - devono uscire soluzioni credibili per restituire efficienza e credibilità al ‘servizio-giustizia'. Diversamente, come già accade per la politica, pure l'Anm sconterà una costante diminuzione della cultura della partecipazione, apparendo a molti che le correnti siano sempre di più centri di gestione del potere e del consenso. Di fronte a questi scenari dobbiamo sapere tornare indietro, a quando la nostra associazione era esclusivamente caratterizzata da alti valori etici e culturali”. Autocritica, dunque, a cominciare “dal dovere di mettere in evidenza le disfunzioni dell'attuale assetto dell'Associazione Nazionale Magistrati.  In particolare – per Ferri – occorre che l'Anm si riappropri di quella forza critica e di stimolo nei confronti del Csm per la reale affermazione dei principi di indipendenza, correttezza ed efficienza della giurisdizione. In questo senso è la base dei colleghi che ci chiede un forte segno di discontinuità e noi abbiamo il dovere di porvi ascolto. Non è più rinviabile una revisione delle regole associative e dei sistemi di elezioni degli organi distrettuali ed associativi, tale da rendere davvero aperta a tutti, anche a prescindere dall'appartenenza alle correnti, l'Associazione Nazionale Magistrati e la possibilità di lavorare al suo interno. Novità in tal senso favorirebbero l'avvicinamento dei giovani – oggi assai restii ad impegnarsi o ad assumere ruoli ed incarichi – e la valorizzazione di tanti contributi positivi e stimolanti che spesso restano isolati e quindi non sostenuti perché troppo fuori dal coro”. Quindi l'auspicio finale: “A cento anni dalla nascita della nostra associazione, bisogna passare dalle parole ai fatti mantenendo fermo il principio di garanzia del nostro sistema democratico, quello di una Magistratura indipendente, esternamente ed internamente, dal potere politico”. Happy birthday Anm.