Bagnasco: "Attacchi pretestuosi al Papa e alle gerarchie"

Giulia Pompili

Il cardinale Angelo Bagnasco punta il dito anche contro l'atteggiamento "un po' insolente" di chi, all'interno della Chiesa, vuole "far dire al Papa ciò che egli con tutta evidenza non dice". Nei giorni scorsi il quotidiano 'Il Foglio' aveva criticato il priore della comunità di Bose Enzo Bianchi e lo storico Alberto Melloni con un articolo intitolato 'Catto-opinionisti fanno dire a Benedetto XVI quello che non dice'.

Leggi l'articolo del Foglio Catto-opinionisti fanno dire a B-XVI quello che non dice

    Bagnasco: Attacchi pretestuosi a Papa e gerarchie. Sul caso dei lefebvriani, Papa Benedetto XVI è stato investito da "un pesante lavorio di critica, dall'Italia e soprattutto dall'estero", che si è prolungato "oltre ogni buon senso" e che ha alimentato "comportamenti diffidenti nei riguardi della Gerarchia", secondo il cardinale Angelo Bagnasco, che punta il dito anche contro l'atteggiamento "un po' insolente" di chi, all'interno della Chiesa, vuole "far dire al Papa ciò che egli con tutta evidenza non dice".

    "Si è prolungato, oltre ogni buon senso, un pesante lavorio di critica - dall'Italia e soprattutto dall'estero - nei riguardi del nostro amatissimo Papa, a proposito dapprima della remissione della scomunica ai quattro Vescovi consacrati da Monsignor Lefebvre nel 1988, e al caso Williamson che - ha sottolineato - imponderabilmente vi si è come sovrapposto", ha detto il presidente dei vescovi italiani aprendo il consiglio permanente della Cei (23-26 marzo). "Nessuno tuttavia poteva aspettarsi che le polemiche sarebbero proseguite, e in maniera tanto pretestuosa, fino a configurare un vero e proprio disagio, cui ha inteso porre un punto fermo lo stesso Pontefice con l'ammirevole Lettera del 10 marzo 2009, indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica. Di proposito non vogliamo tornare sulle accuse maldestre rivolte con troppa noncuranza al Santo Padre", ha aggiunto Bagnasco, stigmatizzando, comunque, "atteggiamenti e parole che hanno portato a una situazione cui non si sarebbe dovuti arrivare, alimentando interpretazioni sistematicamente allarmistiche e comportamenti diffidenti nei riguardi della Gerarchia".

    Quanto alla missiva del Papa, "la sua disanima, per certi versi conturbante, degli ultimi episodi - ma, per analogia, anche di certe discutibili e ricorrenti prassi ecclesiali - ha fatto emergere come per contrasto il candore di chi non ha nulla da nascondere circa le proprie reali intenzioni, le motivazioni concrete delle proprie scelte, la coerenza di una vita vissuta unicamente all'insegna del servizio più trasparente alla Chiesa di Cristo". In questo senso, Bagnasco ha fatto proprio l'appello di Benedetto XVI "alla riconciliazione più genuina e disarmata" nella Chiesa, "e questo naturalmente - ha tenuto ad aggiungere - esclude che si perpetuino letture volte a far dire al Papa ciò che egli con tutta evidenza non dice. Che è un modo discutibilissimo, persino un po' insolente, per costruirsi una posizione distinta dal corretto agire ecclesiale. Molto meglio identificarsi in quella che è la migliore tradizione del nostro cattolicesimo: stare con il Papa, sempre e incondizionatamente". Nei giorni scorsi il quotidiano 'Il Foglio' aveva criticato il priore della comunità di Bose Enzo Bianchi e lo storico Alberto Melloni con un articolo intitolato 'Catto-opinionisti fanno dire a Benedetto XVI quello che non dice'.

    Leggi l'articolo del Foglio Catto-opinionisti fanno dire a B-XVI quello che non dice

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.