Una scelta strategicamente fallimentare

Perché il progetto per rilanciare Alitalia è già indietro di dieci anni

David Carretta

"Io amo l'Italia e volo Alitalia" è uno slogan che all'estero è difficile da tradurre. Un motto più appropriato è il vecchio acronimo usato negli ambienti delle aviolinee internazionali: Always Late In Takeoff, Always Late In Arrival.

    "Io amo l'Italia e volo Alitalia" è uno slogan che all'estero è difficile da tradurre. Un motto più appropriato è il vecchio acronimo usato negli ambienti delle aviolinee internazionali: Always Late In Takeoff, Always Late In Arrival. Non solo perché effettivamente la compagnia italiana ha ritardi e annullamenti da charter vacanziero. Anche economicamente e politicamente Alitalia è sempre in ritardo. Adesso si sta cercando di fare quel che fecero i belgi dopo il crash di Sabena del 2001, seguito alla crisi post-11 settembre: creare una compagnia regionale, per volare in Italia e in Europa a corto-medio raggio, con Airone che fa la parte di Virgin-express, ma prima di una vera ristrutturazione della compagnia. Solo che il progetto è indietro di dieci anni.

    Il settore aereo sta vivendo la sua terza ristrutturazione in vent'anni, dopo le liberalizzazioni europee e quella imposta dalla crisi dell'11 settembre. British Airways e Iberia annunciano la loro fusione e uniscono le loro forze con American Airlines per razionalizzare costi e aumentare l'offerta. Il modello Low Cost a basso costo - le compagnie nate come funghi con pochi soldi e pochi aerei - è in crisi, mentre il modello Ryanair è destinato a allargarsi e a sopravvivere. Air France-Klm si allea a Veolia in Francia in vista della liberalizzazione del settore ferroviario: i treni a alta velocità sostituiranno gli aerei a corto e medio raggio nel 2010. Da anni il volo Parigi-Bruxelles non esiste più grazie al Thalys che percorre in poco più di un'ora la tratta di quasi 300 chilometri. Presto scomparirà anche il Parigi-Amsterdam. I voli Parigi-Londra e Bruxelles-Londra, in competizione con l'alta velocità sotto la Manica, resistono solo in funzione Hub verso altre destinazioni e perché il treno non si ferma a Hetrow. Il TGV-Est in costruzione in Francia permetterà di arrivare a Francoforte (oltre che a Strasburgo) in poche ore. Le altre linee francesi permettono di raggiungere quasi ogni destinazione in meno di tre-quattro ore, il tempo necessario a andare da un centro città all'aeroporto, fare il check-in, imbarcarsi, volare, sbarcare, ritirare i bagagli e andare nel centro dell'altra città. In Germania la rete ad alta velocità avanza, in Spagna pure.

    Non sono solo le questioni ambientali a consigliare la rotaia per il medio raggio, ma anche i costi: un treno ad alta velocità consuma in media per passeggero 12,1 grammi di carburante al chilometro rispetto ai 30 dell'auto e i più di 50 dell'aereo. Insomma, la scelta di Alitalia come compagnia regionale è strategicamente fallimentare in partenza. Salvo per il fatto che la Tav per l'Italia è un sogno che non si realizzerà a livello nazionale. Insomma, lo slogan sarà "Amo l'Italia, mi tocca volare Alitalia, inquinare e pagare".