Il Cavaliere oscuro

Mariarosa Mancuso

Capita che i supereroi smettano le loro prodezze – salvare creature in pericolo, reggere ponti che crollano, assicurare i criminali alla giustizia – per intercettare qualcosa del mondo là fuori. Accadde nel 2002 con il primo “Spider-Man” diretto da Sam Raimi. Accade di nuovo con “Il cavaliere oscuro”.

Capita che i supereroi smettano le loro prodezze – salvare creature in pericolo, reggere ponti che crollano, assicurare i criminali alla giustizia – per intercettare qualcosa del mondo là fuori. Accadde nel 2002 con il primo “Spider-Man” diretto da Sam Raimi. Pochi mesi dopo l’11 settembre, il motto di Peter Parker – “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” – strappò applausi anche agli antiamericani più ostinati (come quando nei western arrivavano i nostri e facevano fuori un po’ di indiani). Accade di nuovo con “Il cavaliere oscuro”, secondo film batmaniano diretto da Christopher Nolan (nel primo, il regista faceva un po’ di psicoanalisi sul miliardario giustiziere, orfano di genitori massacrati da un criminale per pochi spiccioli). Gli incassi record e le critiche, da entusiaste a molto entusiaste, dimostrano che stavolta è stato l’uomo pipistrello a intercettare qualcosa. Alla distruzione di Gotham City (il correlativo batmaniano di New York) siamo abituati. Grattacieli e strade erano già stati messi a dura prova in “Cloverfield” (da una specie di Godzilla) e da orribili creature verdi in “L’incredibile Hulk”.

  

Siamo meno abituati a film di supereroi che fanno le pulci alle motivazioni del giustiziere in tuta. Per acchiappare un criminale, Batman mette sotto controllo tutti i cellulari della città e lascia molti cadaveri sul campo. Pretende gli applausi della folla e si secca molto quando la polizia prova a mettergli i bastoni tra le ruote. Ama una ragazza e la trascura una sera sì e l’altra pure, perché ha scorribande segrete da compiere. L’uomo pipistrello ha perso la sua innocenza. Perderà la sua innocenza anche il procuratore distrettuale, colpito negli affetti più cari (in un modo un po’ troppo clamoroso, da fumetto vecchio stile, in contrasto con le scene del film che cercano di dare spessore e complessità ai personaggi, riprendendo Batman nella posa del pensatore di Rodin).

   

Il perfido Joker vuole solo il caos. Dalla psicoanalisi, Christopher Nolan alza il tiro e passa all’etica: non c’è scena di “Il cavaliere oscuro” che non ponga il suo bel dilemma morale. Esplosione dopo esplosione, inseguimento dopo inseguimento – fracassoni, veloci, girati benissimo – lo spettatore scivola dentro casistiche sempre più intricate. Stavolta il perfido Joker non vuole soldi né potere: preferisce creare il caos, certo che i buoni perderanno la calma, e poi si sentiranno in colpa. Un perfetto terrorista, con la faccia di Heath Ledger appesantita da un trucco pesante e mefistofelico (fa da modello un film del 1928, “L’uomo che ride”). Poiché ogni tanto la realtà gareggia con la fantasia, Christian Bale – l’attore sotto la maschera dell’uomo pipistrello – è stato arrestato ieri a Londra. Lo accusano di aver maltrattato la madre e la sorella.

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