Spagna-Russia 4-1

Arriba David Villa

Maurizio Crippa

Tuoni e fulmini su Innsbruck, ma finalmente dagli spalti un po' di sano casino. E se sentissero quel giovane fenomeno di Alessandro Forti dire “il vantaggio è che non fa caldo”, farebbero anche di più: gli farebbero la festa.

    Spagna-Russia 4-1
    Tuoni e fulmini su Innsbruck, ma finalmente dagli spalti un po' di sano casino. E se sentissero quel giovane fenomeno di Alessandro Forti dire “il vantaggio è che non fa caldo”, farebbero anche di più: gli farebbero la festa. L'occhio laser di quell'altro fenomeno di Carolina Morace dopo tre secondi e mezzo ha già fotografato: “Si vede che la Russia ha un 4-1-4-1, oppure un 4-5-1”. Ma a proposito di fenomeni veri: quanti anni sono che la Spagna è la nazione più cool dell'universo? Quanti anni è che se non vedi Almodóvar è inutile che vai al cinema, che c'è solo Penelope Cruz? E' uguale col calcio. In quello di club sono anni che la Spagna detta legge, ma poi la Nazionale non ha mai vinto una briscola. Come sempre, gli spagnoli arrivano per suonare tutti, ma i russi mica ci stanno a fare la parte dei pifferi. Sono finiti i tempi della rottamazione, quando anche il calcio era il resto dell'Armata rossa. Adesso la Russia viaggia a gazprom-dollari e foraggia talenti. Anche se non c'è Andrei Arshavin, star dello Zenit San Pietroburgo (Gazprom) che ha vinto la Uefa, l'idolo di Medvedev e Putin. Però ci provano, e i primi venti minuti i fenomeni rossi non si raccapezzano. Guus Hiddink è il centesimo ct olandese in giro per il mondo, sembra Ancelotti ma cattivo, e i russi li ha messi in campo per benino. Ma stavolta è diverso. José Luis Aragonés Suárez Martinez ha settant'anni tondi, gli occhiali da poeta carcerato dai franchisti, ma ha uno squadrone davvero, roba che Fabregas lo tiene in panchina tutto il primo tempo (poi entra e segna). Così dopo venti minuti il pupone iberico Fernando Torres sbaraglia il povero Kolodin e la regala a David Villa, per il primo dei suoi tre gol di giornata. I russi ci provano come a Stalingrado, Semak si danna come un  Gattuso kazako, ma l'anima russa è sempre sfigata e malinconica, si infrange su un palo e una traversa. Marino Bartoletti si traveste da esorcista: “Chissà come farà la Spagna a buttare via questo Europeo”. Non ci pensano neanche, vanno tranquilli come fosse un torneo della Navarra, e ne buttano dentro altri due. Uno lo fa anche Pavlyuchenko, puntero dello Spartak Mosca. I nuovi ricchi russi cantano sotto il temporale.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"