Un test per il resto dell'Europa

Perché con Sarkozy l'Europa avrà una presidenza Casanova

David Carretta

Martedì Nicolas Sarkozy assumerà la presidenza dell'Ue in condizioni molto più difficili del previsto. Il Consiglio europeo della scorsa settimana è stato un mezzo fallimento, visto che non è riuscito a trovare vie d'uscita né su "no" irlandese, né sui prezzi del petrolio. Soprattutto, il clima è di nuovo quello del tutti contro tutti.

    Martedì Nicolas Sarkozy assumerà la presidenza dell'Ue in condizioni molto più difficili del previsto. Il Consiglio europeo della scorsa settimana è stato un mezzo fallimento, visto che non è riuscito a trovare vie d'uscita né su "no" irlandese, né sui prezzi del petrolio. Soprattutto, il clima è di nuovo quello del tutti contro tutti. Sarkozy se l'è presa con Mandelson e le sue proposte anti-Pac nei negoziati sulla liberalizzazione del commercio internazionale nel WTO. Berlusconi ha sparato contro la Commissione europea che rende impossibile la vita dei governi, sbattuti in prima pagina dalle dichiarazioni dei commissari. Sull'allargamento, Sarkozy, Merkel e Juncker hanno dichiarato "no Lisbona, no enlargement", mentre per Berlsconi e Tusk - e molti altri - l'ampliamento deve continuare, anche con Nizza. Sulle questioni economiche, riemergono le divisioni tra liberisti e statalisti. Insomma, ritornano i vecchi scontri. Ma, per una volta, l'Europa avrà un vero presidente.

    Nonostante la sua impopolarità in patria, Sarkozy vola alto sulla scena internazionale. E' ascoltato a Washington e Gerusalemme, ma anche nelle capitali arabe, che parteciperanno a Parigi al vertice che lancerà l'Unione per il mediterraneo e che apprezzano il pragmatismo del presidednte francese, e a Mosca. Forse, come dice un diplomatico europeo al Tribune, il successo di Sarkozy è il "Casanova approach: più ragazze inviti a ballare, più hai successo". Fatto sta che, oltre alle tattiche negoziali (mirare in alto per ottenere qualcosa), il presidente francese ha anche un disegno e una strategia. Il disegno è di far tornare la Francia protagonista nel mondo, se necessario attraverso l'Europa. La strategia prevede di risolvere pragmaticamente le carenze europee: sulla Russia occorre una politica energetica comune per rassicurare i paesi dell'est europeo affinché smettano di avere un'attitudine ideologica nei confronti di Mosca (Delors ha ipotizzato una cooperazione rafforzata); la Difesa europea, oltre che avere valenza politica, serve a spendere meno ma spendere meglio; il Patto sull'immigrazione così come i progetti sul riscaldamento climatico potrebbero contribuire a rianimare l'Ue dopo il "no" irlandese. Su questi temi Sarkozy c'è. Il test è per il resto dell'Europa.