Le consultazioni (al Foglio) sono finite

Il ministro che avete sempre sognato e non avete mai osato chiedere - Prima parte, reloaded e fine

Diana Zuncheddu

Il Cav è al Quirinale, quindi su quel benedetto foglio con i nomi dei ministri non ci si può più scrivere nulla. Peccato. Qualcuno ci aveva preso così gusto da stilare un intero consiglio dei ministri nuovo di zecca. E' Stefano Di Michele, che sul suo foglio aveva messo Marco Minniti agli interni, Walter Veltroni alla cultura, “agli esteri lasciamoci Massimino D'Alema”, alla difesa Ignazio La Russa, Pierluigi Bersani alle finanze, all'ambiente la rossa Michela Vittoria Brambilla, e alle pari opportunità Vladmir Luxuria. Chi meglio di lei?

    Il Cav è al Quirinale, quindi su quel benedetto foglio con i nomi dei ministri non ci si può più scrivere nulla. Peccato. Qualcuno ci aveva preso così gusto da stilare un intero consiglio dei ministri nuovo di zecca. E' Stefano Di Michele, che sul suo foglio aveva messo Marco Minniti agli interni, Walter Veltroni alla cultura, “agli esteri lasciamoci Massimino D'Alema”, alla difesa Ignazio La Russa, Pierluigi Bersani alle finanze, all'ambiente la rossa Michela Vittoria Brambilla, e alle pari opportunità Vladmir Luxuria. Chi meglio di lei? Alla salute avrebbe fatto giurare l'oncologo Umberto Veronesi, e la poesia sarebbe finalmente entrata a piè pari in politica, con Alda Merini all'istruzione. Infine Alfredo Mantovano alla giustizia e la bella Mara Carfagna alle telecomunicazioni.

    Peccato ormai sia tutto finito. Erano arrivate anche altre richieste di donne al potere, a partire dalla Daniela Santanchè che Alessandro Giuli avrebbe visto molto bene agli Interni. Anche l'esterofila Paola Peduzzi avrebbe voluto vedere una donna in più ai vertici. Si chiama Giorgia Meloni, e forse ci sarà. Perché lei? “E' brava, si prepara da tanto tempo e quando parla di uomini è molto malinconica”. Anche gli uomini avrebbero il loro spazio, secondo lei, per esempio con “un bel Giavazzi per equilibrare Tremonti e farci assaporare un po' di modernità”. Per scherzo, invece, avrebbe visto bene Bill Clinton agli esteri e Tony Blair agli Interni. 
    Suona come un appello accorato quello di Salvatore Merlo: “Io desidero pretendo e voglio che il Cav. porti più donne in Consiglio dei ministri. Ha le più brave e belle della legislatura”. Il motivo non è estetico, ma di pura e semplice strategia comunicativa. “Vuoi mettere a Ballarò la differenza che passa tra Stefania Prestigiacomo e Roberto Calderoli?”. Dunque ecco il nuovo Cdm secondo Merlo: Barbara Mannucci, Elvira Savino, Laura Ravetto, Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna. “Poi mi permetto di suggerire al Cavaliere anche una sarkoziana overture al Pd”, chiamando al governo le seguenti “democratiche signore: Marianna Madia, Pina Picierno e Alessia Mosca. Così facendo rispetterà la Bassanini e l'estetica intelligente. Lui stesso se ne gioverà in buon umore”. 
    Infine, il cronista Cerasa Claudio ha quasi le traveggole, se vedrebbe bene Jean-Cyril Spinetta al ministero del Lavoro, Massimo D'Alema “portavoce del governo (un qualsiasi governo)”,  David Petraeus ministro dell'attuazione del programma, Jonhatan Safran Foer Ministro dei Beni Culturali, “Christian Rocca Ministro degli Esteri in un gabinetto nato da un ticket tra Karl Rove e Steve Jobs”.
     
    Ecco la seconda puntata:
     
    Continua il gioco di trasformarci noi nel Cav (con più capelli, non ce ne voglia). Ci siamo sostituiti al suo tormento con la nostra fantasia, e abbiamo continuato a scrivere quali ministri avremmo desiderato nella squadra di governo. Alessandro Giuli, che di ministri e simili ne mastica a colazione, pranzo e cena, ha tirato fuori (in riunione di redazione, ieri) la battuta che diventerà il titolo redazionale di questo Cav III: "Questo è il governo dei ministri per sbaglio". Allora tanto vale continuare a giocare. I nomi - in gioco per davvero - che un redattore in incognito fa sono quelli di Fazio e Prestigiacomo: "Ferruccio Fazio, in pole position per il ministero della Salute, farebbe magnifica coppia con Stefania Prestigiacomo al Welfare".
    Come si scrive oggi in un articolo di analisi pubblicato sul Foglio, "sulla composizione del Consiglio dei ministri tutto è deciso ma pure no. Sicché l'unica verità della quale è inutile dubitare resta il tormento del compilatore Silvio Berlusconi". Stasera finirà tutto, ma prima abbiamo fatto in tempo a interrogare anche Christian Rocca, che da NY invia la sua formazione: "I liberali, direi Giuseppe Rotelli all'Economia, Piero Ostellino alla cultura, Luca Ricolfi al Bilancio, Francesco Giavazzi alle liberalizzazioni, Daniele Capezzone e Benedetto Della Vedova ovunque, Antonio Martino alla Difesa e, all'Innovazione, quel genio romano che ha sbloccato gli iPhone riuscendo a fregare Steve Jobs". Luigi De Biase fa il maschilista: "Vorrei vedere uno come carlo stagnaro all'Ambiente perché l'ambiente non è roba da ragazze". Quando gli si fa notare che il problema non sono le ragazze, ma quali, abbozza. "D'accordo. Ma Carlo Stagnaro è rock". Anche il tifoso granata della redazione (Piero Vietti) si esprime sul merito, e il calcio (il suo Torino, per la precisione) c'entra sempre: "Avrei voluto vedere Mantovano alla Giustizia e Formigoni da qualsiasi parte purché al governo, non di nuovo in Lombardia. E ovviamente Paolo Pulici ministro dello Sport". Paolo Pulici, per chi non fosse un gran conoscitore di temi granata, è un ex calciatore che oggi insegna a giocare a calcio. E' un beniamino dei tifosi del Torino, detto Pupi.
     
    Ecco la prima puntata:
     
    I giochi sono fatti. Le consultazioni sono iniziate. Il foglietto con scritti i nomi di ministri e sottoministri dovrebbe essere quasi definitivo. Ma se i giochi fossero invece ancora aperti? Abbiamo sognato che su quel foglio possiamo scriverci tutti. Una casellina vuota, e di fianco un nome e un cognome, e un perché. Abbiamo giocato a sognare, al Foglio, chiedendo ai giornalisti quale sia il ministro che hanno sempre sognato e non hanno mai osato chiedere.
    La più eclettica è per ora Marianna Rizzini, esperta di aperitivi ma anche – forse grazie ai cocktail -di creativi miscugli ministeriali. "Mi permetto di dare consigli per i ministri dall'opposto schieramento – premette -. Vedrei bene tre tecnici: Fiorello all'Istruzione (importerei il modello della trasmissione per fare lezione, specie di matematica). Vasco Rossi alla Salute (è abbastanza libertario sui temi etici ma sa parlare alla parte opposta). Chiederei in prestito al Pd Anna Finocchiaro per la Giustizia (il ministero che le è stato sempre promesso e sempre negato… dalla sinistra)". Il vicedir Bellasio Daniele è perentorio: "Io voglio Benedetto Della Vedova ministro dell'Ambiente perché l'Economia è attualmente occupata da paure e speranze ingombranti". Più canonica Marina Valensise, che avrebbe visto benissimo il suo direttore Giuliano Ferrara alla Sanità, e poi avrebbe voluto "Mantovano ministro degli Interni, o Mantovano ministro della Giustizia, e Poli Bortoni alle Politiche Comunitarie".