Anticipazione dal Foglio del 20 aprile

L'elastico del Gaucho

Beppe Di Corrado

Invece pare triste. Anche prima: forse rideva per mascherare la realtà, perché era un bel gioco cominciato e impossibile da finire. La storia del campione spensierato, tranquillo, milionario, felice, divertente, quello che è diverso dagli altri, quello che gioca col pallone e con la vita. Scherzi. Dov'è? Adesso è facile: si vede che non è sereno. Allora uno se lo deve chiedere chi era Ronaldinho un anno e mezzo fa e prima ancora tre anni fa. Un clown, un artista, un comico. Vero o falso? Apparenza, realtà, inganno, sincerità.

    Invece pare triste. Anche prima: forse rideva per mascherare la realtà, perché era un bel gioco cominciato e impossibile da finire. La storia del campione spensierato, tranquillo, milionario, felice, divertente, quello che è diverso dagli altri, quello che gioca col pallone e con la vita. Scherzi. Dov'è? Adesso è facile: si vede che non è sereno. Allora uno se lo deve chiedere chi era Ronaldinho un anno e mezzo fa e prima ancora tre anni fa. Un clown, un artista, un comico. Vero o falso? Apparenza, realtà, inganno, sincerità. Bisogna arrivare al 2008 per chiederselo, bisogna aspettare una battuta che diventa un aggancio, poi un gioco di seduzione e alla fine una trattativa. Berlusconi, il Milan, Moratti, l'Inter, Abramovich, il Chelsea. Forse nessuno è andato in fondo perché la superficie aveva tutte le risposte. Quelle volute. Verosimili, non necessariamente vere. Perché rovinare una bella storia con la verità. Inutile, faticoso, insensato. Ronaldinho magari arriverà in Italia e allora quel giorno qualcuno andrà a chiedergli chi è. Che c'è dietro i ricci che danzano seguendo il corpo, dentro quella bocca da dove spuntano i denti da coniglio. Se è davvero il diverso oppure se è soltanto uno di noi travestito da extraterrestre: la paura, le angosce, le delusioni, la rabbia. Non serve a nessuno, né al Milan né all'Inter, però dicono di volerlo. Per fame. (continua sul Foglio quotidiano di domenica 20 aprile)