Il tour in Sicilia della lista "Aborto? No, grazie"

Uova, fumogeni e pomodori a Palermo. Cronaca di una giornata elettorale

Piero Vietti

E' cominciata senza proteste violente la seconda giornata del tour siciliano della lista “Aborto? No, grazie”. Poi, a Palermo, il lancio di uova e di ortaggi da parte dei contestatori dei gruppi femministi e dei centri sociali. “Non hanno voluto essere secondi a Bologna”, dirà poi il promotore della “lista pazza”. Al lancio, i sostenitori della lista pro life hanno risposto con fiori. Intanto i giornali stranieri continuano a parlare della lista pazza come dell'unica novità della campagna elettorale. Dopo il New York Times anche l'inglese Independent e il francese Liberation le dedicano lunghi articoli.

    E' cominciata senza proteste violente la seconda giornata del tour siciliano della lista “Aborto? No, grazie”. Poi, a Palermo, il lancio di uova e di ortaggi. “Non hanno voluto essere secondi a Bologna”, dirà poi il promotore della “lista pazza”. Giuliano Ferrara ha parlato a Messina all'ora di pranzo. A colloquio con i giornalisti ha parlato del suo progetto: “La mia non è una lista ideologica. E' una lista pratica che cerca di trovare finanziamenti perché nascano più bambini. In Italia non nascono più bambini a sufficienza per costruire il futuro. L'ideologia fa dell'aborto un feticcio ma, fatta salva la scelta libera delle donne, una volta liberi bisogna esercitare la responsabilità, battendosi senza quartiere contro il dilagare dell'aborto, inteso come controllo delle nascite che è contro la stessa legge 194 che invece è la legge di tutela sociale della maternità. Tutti fanno ideologia in questa campagna elettorale su cose banali come: 'Tu mi hai copiato il programma', 'Tu sei più vecchio di me', 'Le schede sono fatte male', io pongo una questione pratica: difendiamo e promuoviamo la vita umana in un'epoca in cui viene disumanizzata. Quando saremo eletti promuoveremo la cultura della vita con un piano nazionale per la vita" cui dovrebbe essere destinato lo 0,5 per cento del pil. "In occidente – ha continuato – un miliardo di aborti negli ultimi trent'anni, vuol dire un aborto al secondo, 50 milioni l'anno. Vuol dire che abiamo sostituito la cura della malattia con l'eliminazione del malato". Nel pomeriggio l'Elefantino si è spostato a Palermo, dove secondo programma avrebbe dovuto parlare presso l'auditorium della chiesa di S. Salvatore. La curia, però, dopo le minacce di proteste violente arrivate dai gruppi delle femministe e dei centri sociali del capoluogo siciliano, non ha più concesso i locali. Giuseppe Sottile, capolista sull'isola per la lista pro life, ha detto che "la chiesa era stata concessa regolarmente e fino a ieri mattina i funzionari della Questura avevano eseguito tutti i rilievi per garantire la sicurezza. Era tutto predisposto, tanto è vero che era stato perfino sistemato il palchetto. Poi, questa mattina, monsignor Cuttitta ha letto i giornali in cui si parlava delle annunciate contromanifestazioni e si è fatto intimidire da questi quattro straccioni. Così si è terrorizzato e ha disposto di sprangare la chiesa del Santissimo Salvatore. Un tempo la chiesa apriva le porte per dare rifugio agli inseguiti, ai perseguitati, a chiunque avesse fame e sete di giustizia e di verità”. L'incontro si è così spostato presso il teatro Nuovo Montevergini di Palermo, messo a disposizione dal sindaco Diego Cammarata. Appena giunto in città, Giuliano Ferrara ha detto che "sono cose che succedono, non è un fatto polemico. Il vescovo ha fatto bene. Voleva proteggere l'indipendenza dell'istituzione. Lo capisco, è successo anche a Mantova”. “Naturalmente – ha aggiunto – io ho una certa inclinazione verso il mio vescovo, che è il vescovo di Roma". L'arrivo al teatro del direttore del Foglio è stato salutato da un fitto lancio di uova e fumogeni da parte dei ragazzi dei centri sociali, tenuti però a distanza dalle forza dell'ordine, ringraziate da Ferrara durante il comizio: “Difendono la democrazia”. Quella subita all'ingresso del teatro, l'ennesima, “non è infatti stata una contestazione, ma un'aggressione”, ha aggiunto Ferrara. Al lancio di uova e pomodori proseguito quando il numeroso pubblico ha lasciato il teatro al termine dell'incontro, i sostenitori della “lista pazza” hanno risposto con fiori. Cori e striscioni già visti da parte dei contestatori: “Vergogna” e “La 194 non si tocca” in cima alla lista. Durante l'incontro Giuliano Ferrara ha detto che “mi aspetto di portare alla Camera 20-25 deputati che avranno come missione quella di lanciare un grande piano nazionale di aiuto alla vita. E penso di riuscirci”. Lista monotematica? Di fronte "a tante liste che sembrano un'insalata, la nostra ha un sapore chiaro", ha detto l'Elefantino prima di uscire da una porta laterale per evitare scontri con i lanciatori di uova.

    Intanto i giornali stranieri continuano a parlare della lista pazza come dell'unica novità della campagna elettorale. Dopo il New York Times anche l'inglese Independent e il francese Liberation le dedicano lunghi articoli.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.