Anticipazione del Foglio del 5 aprile

Roma CaW mundi

Alessandro Giuli

Roma. Se il prossimo sindaco della capitale riuscirà a realizzare il settanta per cento del proprio programma passerà alla storia come il miglior primo cittadino dai tempi di Ernesto Nathan, l'uomo che portò la luce elettrica nella capitale. Non è essenziale almanaccare se sarà Francesco Rutelli o Gianni Alemanno, dal momento che il loro programma è praticamente uguale, tendenzialmente di destra sociale, ed è in equilibrio il numero delle rispettive luci e ombre. Il destino un po' li avvicina.

    Roma. Se il prossimo sindaco della capitale riuscirà a realizzare il settanta per cento del proprio programma passerà alla storia come il miglior primo cittadino dai tempi di Ernesto Nathan, l'uomo che portò la luce elettrica nella capitale. Non è essenziale almanaccare se sarà Francesco Rutelli o Gianni Alemanno, dal momento che il loro programma è praticamente uguale, tendenzialmente di destra sociale, ed è in equilibrio il numero delle rispettive luci e ombre. Il destino un po' li avvicina. Rutelli viene da una buona prova ai Beni culturali in un cattivo governo rinnegato de facto dal Partito democratico. Sa come fare tesoro della ricchezza storica romana ma non gli basta proporsi come un “usato sicuro”. I suoi dieci anni al Campidoglio sono troppo lontani nella memoria e le emergenze lasciate irrisolte (spesso ingigantite) dal doppio mandato di Walter Veltroni lo costringono a offrirsi come uomo di rottura rispetto al passato. Con qualche difficoltà pubblicitaria nell'uso imbarazzato delle parole cambiamento e novità; e la condanna sotterranea a non poter misconoscere apertamente l'operato del predecessore neppure sulle topiche più dolenti. Per esempio la sicurezza, tema bollente sul quale Rutelli ha investito anche a costo di apparire un po' incredibile nel ruolo di sindaco antiabusivo con l'impermeabile e l'accento dialettale. E per esempio il “decoro”, termine molto appropriato per immaginare una “rivoluzione” di civiltà tanto necessaria a Roma, e opportunamente scelto dall'ex sindaco. Il suo maggiore atout consiste nell'eredità clientelare veltroniana che va dai costruttori – non casuale la volontà di proseguire con il piano regolatore – ai vertici della Cei (Ruini in particolare). Un vantaggio apparente è nel fatto che lo sfidante sia uscito già sconfitto due anni fa (e male) nella piazza romana e questa volta debba rinunciare al primo turno ai voti di Francesco Storace e dell'Udc. Deve esserci però una ragione, se da qualche giorno Rutelli ha preso a dire che “possiamo farcela al primo turno”. Significa che al momento l'eventualità è nient'affatto scontata. (continua)