Primi passi all'Onu della moratoria sull'aborto

Il segretario generale Ban ki-Moon contro "la selezione sessuale prenatale"

Giulio Meotti

Soltanto un anno fa la Commissione sullo status delle donne, l'organismo delle Nazioni Unite che si occupa dell'“uguaglianza di genere” e della situazione femminile nel mondo, stabilì che l'aborto selettivo delle bambine, responsabile della sparizione di decine di milioni di femmine dalle statistiche demografiche cinesi, indiane e di altri paesi asiatici, non era cosa da meritare un'esplicita e inequivocabile condanna.

    Soltanto un anno fa la Commissione sullo status delle donne, l'organismo delle Nazioni Unite che si occupa dell'“uguaglianza di genere” e della situazione femminile nel mondo, stabilì che l'aborto selettivo delle bambine, responsabile della sparizione di decine di milioni di femmine dalle statistiche demografiche cinesi, indiane e di altri paesi asiatici, non era cosa da meritare un'esplicita e inequivocabile condanna. Riunita a New York dal 26 febbraio al 9 marzo 2007, con all'ordine del giorno l'“eliminazione di tutte le forme di discriminazione e violenza contro giovani donne e bambine”, la Commissione bocciò la richiesta avanzata dalla delegazione americana perché fosse inserito nel documento finale un chiaro divieto di infanticidio e di aborto finalizzato alla selezione del sesso del nascituro. L'International Alliance of Women, che riunisce decine di associazioni femminili, non riuscì nell'impresa di far condannare l'infanticidio delle bambine. Un anno dopo all'Onu l'aria è cambiata. Lo dimostra il grande discorso che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, ha tenuto di fronte alla stessa Commissione. "La violenza contro le donne è una questione che non può attendere. Una donna su tre viene picchiata, costretta al sesso o ad altri abusi nella propria vita. Attraverso la pratica della selezione sessuale prenatale, un numero imprecisato non ha neppure diritto alla vita. Nessun paese, nessuna cultura, nessuna donna giovane o vecchia è immune da questo flagello. Per troppo tempo i crimini sono rimasti impuniti e i perpetratori hanno camminato liberamente".

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.