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La morte di Schloter, "vittima" dell’iper comunicazione

Continua il mistero sulla morte dell’ad di Swisscom, Carsten Schloter. Il manager di 49 anni guidava il primo gruppo di tlc elvetico. E’ stato trovato morto martedì mattina nella sua casa di Friburgo. La polizia al momento non ha altre ipotesi che il suicidio. Quelli che hanno conosciuto Schloter sono restii a considerare questa ipotesi. “Mi sembra incredibile. Non lo sentivo da 15 giorni, perché era andato in ferie, ma stava bene e non era in nessun modo un uomo depresso. Me l’ha confermato anche chi ci ha parlato fino a poche ore prima”, ricorda al Foglio un manager che ha lavorato con Schloter. “Nessuno se l’aspettava, e davvero in azienda siamo tutti sconvolti”. Brambilla Perché lo “scorporo” della rete è un affare da monopolisti - Salemi Dopo la moneta, avanza l’idea della “cornetta” unica europea

25 LUG 2013

Ecco come al G20 di Mosca è venuta fuori la balla dei Brics

E’ partito ieri a Mosca il G20, consueta riunione dei venti paesi più industrializzati, dedicato a lavoro e finanza. Sul primo fronte, nella capitale russa si sono incontrati anche i rappresentanti dei sindacati internazionali (per l’Italia il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso,  e i ministri del Lavoro e delle Finanze, Enrico Giovannini e Fabrizio Saccomanni) per affrontare l’emergenza occupazionale che dovrebbe portare nel 2013 ad avere 200 milioni di persone senza lavoro nel mondo, di cui quasi la metà (93 milioni) nelle venti economie più sviluppate. Sul fronte della finanza, invece, il focus è su un possibile giro di vite all’elusione fiscale delle multinazionali, insieme alla crescita  economica globale dopo le politiche monetarie espansive degli ultimi anni.

19 LUG 2013

Armi non convenzionali

Nella guerra di Draghi in difesa della sua Bce spuntano due bei paper

Il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, difende il suo operato non solo a parole ma anche con le carte. Da settimane il capo della Bce non perde occasione per rivendicare con forza la legittimità e l’efficacia delle sue scelte. Ultimo in ordine di tempo, il discorso tenuto a Gerusalemme durante un convegno in onore di Stanley Fischer, governatore della Banca centrale israeliana e maestro dello stesso Draghi. “La politica monetaria resterà accomodante fin quando necessario”, ha detto Draghi tre giorni fa. “Monitoreremo tutte le informazioni in arrivo sugli sviluppi economici e monetari, e rimarremo pronti ad agire se necessario”.

21 GIU 2013

Piccoli Draghi con grandi problemi / 1

Chi è Belka, banchiere polacco che ripudia l’euro e sfida il governo

Falco liberista, economista roccioso che ha applicato le ricette di Friedman in Iraq: Marek Belka, sessantunenne governatore della Banca centrale polacca, è ormai un personaggio da prima pagina per i suoi continui rifiuti di allentare la morsa monetaria e i consigli quasi mai richiesti al governo di Varsavia. I paparazzi adesso lo inseguono per strada, come quando lo fotografarono nell’ottobre scorso mentre comprava delle birre in una drogheria, proprio dopo che la Banca di Polonia aveva rifiutato di tagliare i tassi. Leggi Mps verso l’abbraccio statale. Sarà l’ultimo salvataggio in Europa? di Alberto Brambilla

22 FEB 2013

Borsa psichiatrica

C’è stato un tempo in cui “greed” era “good” e la figura di un trader pur chiaramente psicotico come Gordon Gekko, immaginata da Oliver Stone per il suo “Wall Street”, ispirava generazioni di studenti verso le facoltà di Economia e poi verso le sale contrattazioni in un tripudio di accettazione sociale e bonus. Adesso invece, dopo sei anni di crisi, non solo l’avidità non è più buona – lo stesso regista ha fatto nel 2010 un sequel vagamente riparatorio – ma la società reagisce con la medicalizzazione del fenomeno e il broker schizzato finisce in clinica. Leggi l'editoriale Lady Spread si sveglia in Europa, ma in Italia si rischiano guai seri - Leggi Banche in crisi di credibilità e di credito, cercansi quattrini

05 FEB 2013

Ritratto di un contrarian

Così Blanchard è diventato l’icona dell’anti austerity

Keynesiano, scorretto, controcorrente. Socialista con tratti liberisti. Anti austerity, sempre. Non ha stupito più di tanto nei giorni scorsi l’ennesimo intervento di Olivier J. Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale, sui danni che le politiche di austerità avrebbero provocato in questi anni. In un paper intitolato “Growth Forecast Errors and Fiscal Multipliers”, l’economista ha ammesso che il moltiplicatore fiscale, cioè il rapporto tra tagli al deficit e diminuzione della crescita, è molto più alto di quanto si pensasse.

14 GEN 2013

L’austerity, il Fmi e la disputa teorica più concreta che c’è

05 GEN 2013

La tassa occulta che pagano a Apple gli addicted americani

Non è tanto il “fiscal cliff” che deve preoccupare gli americani, quanto la patrimoniale occulta che stanno già pagando e pagheranno sempre di più a favore di Apple. La tesi apparentemente astrusa non è di pericolosi luddisti bensì degli analisti della Reuters. L’agenzia di informazione finanziaria fa un curioso paragone tra le nuove tasse che arriveranno a gennaio negli Stati Uniti se non si raggiungerà un accordo tra democratici e repubblicani e la “Apple tax”.

16 DIC 2012

Saga famigliare di Bonomi, uomo per tutte le partite finanziarie

Un po’ tecnico, un po’ rottamatore, soprattutto molto milanese , seppur nato a New York. Andrea Campanini Bonomi , quarantaseienne, è il protagonista di alcuni dossier economici tra i più delicati del momento: da una parte ha un ruolo principale da “rottamatore” nella vicenda della Popolare di Milano post èra Ponzellini. Anche se, nell’intervista di ieri sul Corriere della Sera, da presidente del consiglio di gestione Bonomi viene definito come il “tecnico” che intende rinnovare la banca più sindacalizzata d’Italia (“la cosa peggiore che abbiamo trovato non sono i conti ma la cultura”, ha detto a Federico de Rosa, quasi parafrasando il Mario Monti che poche ore prima aveva detto di voler “cambiare la cultura politica ed economica” del paese).

28 NOV 2012

Industriali senza padroni

I Piccioni continuano a mettere in crisi la sinistra francese

I Pigeons, i Piccioni (in italiano sarebbero più polli) raggiungono quota 70.000. Il gruppo dei piccoli e medi imprenditori francesi stufi di pagare troppe tasse continua a crescere su Facebook, ma incassata la prima vittoria politica con l'abolizione delle nuove tasse sulle start-up, finiscono sotto il fuoco (per niente amico) dei media. I giornali non li hanno mai amati, a partire dal Monde, ma l'attacco frontale è arrivato da Audrey Pulvar, direttrice del magazine punk-snob Les Inrockuptibles, e compagna del ministro più vendoliano del governo Ayrault. Leggi Imprese francesi in libera uscita (dalle Confindustrie), la rivolta antifiscale - Leggi A Parigi i “piccioni” liberisti sfidano la Confindustria francese

18 OTT 2012
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