Chi ha paura del preside? Figura sospesa tra l’inane burocrazia e l’abnegazione del missionario, potrebbe diventare la chiave di volta che fa correre la scuola. Ma tutti, forse anche Renzi, preferiscono rimanga un inutile “primus inter pares”. 07 MAG 2015
Un dubbio e una questione di principio sul diritto universale alla blasfemia Li hanno fatti secchi tutti e due, e hanno fatto bene. Del resto la polizia del Texas non è quella di Alfano. E ci mancherebbe che gli addetti alla sicurezza del mondo libero, poliziotti spie e soldati, non rispondano fuoco su fuoco agli islamici paranoidi che vogliono ucciderci assieme alla nostra libertà d’espressione. 06 MAG 2015
Ma quanto sono diseducative le foto dei pornoprof La signora Anna Ciriani era assurta agli onori delle cronache poiché, attrice nel tempo libero di film hard amatoriali. 06 MAG 2015
Il mio amico Giafar, la moschea di Milano e il Dna Io non so se il gran Pietrangelo, mio amico e per un certo po’ mio compagno di banco nella pagana Trastevere, faccia bene o male, ora che s’è fatto saracino e ha mutato nome in Giafar al-Siqilli. 05 MAG 2015
Perché gli imbecilli non hanno ucciso Milano I cittadini che passata la buriana sono scesi in strada con scope e spazzoloni per restituire alla normalità la loro città, che per i prossimi sei mesi sarà anche un po' del resto del mondo, sono la bella fotografia della Milano operosa, civile, pragmatica che tutti conosciamo. 02 MAG 2015
Il cerchio magico di Milano Miracolo sui Navigli. Come godersi l’Expo in una città meravigliosamente circondata dall’acqua. 01 MAG 2015
Il concertone unitario del Partito della nazione Che il concertone unitario del Primo maggio avesse fatto il suo tempo lo si scrive da anni, senza bisogno di aspettare il venticinquesimo anniversario. 01 MAG 2015
Leggere la metropoli Milano da sotto in su con la “metronovela” di Bartezzaghi. La vigna che fu di Leonardo 01 MAG 2015
Pane, amore ed Exarchia. Togli un Varoufakis da tavola Il primo cui la rivoluzione presentò il conto, inteso il conto del ristorante, fu Dario Franceschini. Stava seduto a Roma in trattoria, nelle radiose giornate in cui si rieleggeva Napolitano al Colle, e venne aggredito e insolentito da “centinaia di grillini” che passavano di lì. 29 APR 2015
Scusi, lei ha un programma politico? No, però intanto lo chiamo Italia Dice che non sarà un partito. Però si chiama Noi italiani e, in questo tempo sospeso in cui il massimo dell’utopia è un partito che si chiami “della Nazione”, dire “noi italiani” è già il massimo di contenuto. L’associazione battezzata da Diego Della Valle sarà “un incitamento ad amici e colleghi a mettersi a disposizione del paese”. 29 APR 2015