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Marco Travaglio

A Marco Travaglio non è piaciuto accendere la televisione nella quiete del sabato e vedere Silvio Berlusconi al funerale di Raimondo Vianello. Marco Travaglio il sabato si dev’essere ritratto orripilato con il telecomando ancora in mano, se la domenica, ancora colmo di basito sdegno, ha scritto sul Fatto che a quel funerale “imperversava dappertutto un altro comico, anzi un guitto tragicomico con le gote avvizzite e impiastricciate di fard fucsia e il capino spennellato di polenta arancione… era il presidente del Consiglio”.

24 APR 2010

Che ve ne sembra della rissa?/ 3

Belli i tempi in cui sedevano corrucciati ma sincroni (ora sarà noia come neanche dentro al Pd)

Erano più belli così, come nelle foto in cui si abbracciano: Silvio Berlusconi minacciosamente sorridente, Gianfranco Fini minacciosamente perplesso. Erano più belli quando sedevano vicini senza ombra di gioia, senza parlarsi, eppure la postura era la stessa – braccia conserte, collo teso e testa un po’ irrigidita che vira verso la spalla. Corrucciati ma sincroni, forse a tradire un gioco di ruolo e un legame sotteso non distruttibile (neppure al grido di “formo un gruppo mio” con conseguente risposta: “E allora dimettiti”).

19 APR 2010

Parlano l'ex pm e l'editorialista del Fatto

Il Di Pietro “leghista” scatena i distinguo di De Magistris e Travaglio

De Magistris dice al Foglio: “Ho molto rispetto per la Lega, l’unico partito popolare presente sul territorio nazionale, un partito che ha saputo formare una classe dirigente anche giovane e che sa ascoltare il popolo. La Lega dovrebbe sciogliere alcuni nodi in tema di giustizia, questione morale, legalità e xenofobia". Travaglio riconosce a Di Pietro “un grande fiuto politico, paragonabile a quello di Bossi”, e dice: “Di Pietro, come Bossi, è a capo di un partito nato per germinazione diretta. Chi vota Lega e Idv non vota turandosi il naso ma per identificazione.

01 APR 2010

Il sociale e il tatarelliano che sognavano la yalta di An

B&B, chi sono i due baldanzosi finiani promotori di Generazione Italia

Hanno entrambi un cognome che comincia per “b” (Bocchino e Briguglio). Sono entrambi vicecapogruppo dei deputati pdl e promotori non della Libertà ma dell’ultima futura creatura finiana, l’associazione Generazione Italia, destinata a nascita ufficiale il primo aprile ma già nata di fatto (per via di un’indiscrezione del Giornale). Sono amici nonostante i trascorsi da attendenti di opposti colonnelli ai tempi di Alleanza nazionale. Uno (Carmelo Briguglio) da ragazzo andava a pesca di tonni con altri adolescenti siciliani nati non lontano dagli scogli veristi di Padron 'Ntoni. L’altro (Italo Bocchino) a sette anni, osservando il padre, mimava i comizi dei segretari missini di sezione.

22 MAR 2010

Parla il grande accusato dal gruppo Espresso

La versione di Mario Resca, fuori da “cricche” e società per “fare affari”

Non si sente uno della “cricca”, Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale che il gruppo Espresso ha descritto – alludendo a presunti conflitti d’interesse, compensi d’oro, uffici principeschi – come un “uomo del fare affari” che, per dirla con Repubblica, “può gestire le gare come vuole con la società controllata Ales… una sorta di Iri della Cultura” e come un affiliato alla losca (per Repubblica) “Beni culturali spa”, “tutta protesa alla prateria di appalti che si apre per la valorizzazione del patrimonio storico e monumentale”. Leggi Hai fatto qualcosa? Probabilmente sei un ladro di Giuliano Ferrara - Leggi La banda del Bondi

04 MAR 2010

La banda del Bondi

C’è qualcosa di nuovo e di strano nell’alta burocrazia ministeriale. Se Rocco Buttiglione ti regala una statuetta giapponese raffigurante un lottatore di sumo, un motivo c’è. Figuriamoci se – come ha fatto al ritorno da un viaggio a Tokyo, nel 2005, quand’era ministro dei Beni culturali – Buttiglione di statuette sumo ne regala addirittura due, uguali, a due alti funzionari del ministero: i giovani e fisicamente imponenti direttori generali Cinema e Spettacolo dal vivo, Gaetano Blandini e Salvo Nastasi.

02 MAR 2010

Sul divismo di Marco Travaglio

Ci vuole ben altro che una lite epistolare a puntate con Michele Santoro sul Fatto per buttare giù Marco Travaglio dallo status di divo delle folle arrabbiate contro “il delinquente”, categoria mitologica di politico o funzionario variamente corrotto o corruttibile nell’arco degli ultimi quindici anni. E dire divo è poco, ché Marco Travaglio, con la sua allure da castigatore a mezzo archivio, non solo continua a piacere anche quando i suoi compagni di strada cominciano a dispiacere, non solo ispira canzoni, non solo attira lettrici adoranti nelle librerie della penisola (e a volte Travaglio si sporge giù dai palchi per firmare autografi).

24 FEB 2010

Frangetta nera su sfondo rosso

Con te, come te, e tu come me: a leggere la rossissima pagina Web di Renata Polverini, candidata presidente del centrodestra alla regione Lazio e già presenza fissa dei talk-show politici (con adorazione bipartisan, “Ballarò” in testa), si capisce che Renata Polverini vuole “con te e come te” affrontare “le sfide del presente”, con te “valorizzare talenti”, con te farla finita “con la politica che parla solo di problemi” e con te “costruire il futuro” – non si tratta di un “te” qualsiasi, dice Polverini al quinto o sesto “con te”, ma proprio di te “che, come me, questa terra la conosci bene”. Leggi Il ritratto di Emma Bonino

21 FEB 2010

Sense of humour? No, grazie

Dice un amico di Emma Bonino che questa campagna elettorale potrebbe far bene, “prima che al centrosinistra, al carattere stesso di Emma Bonino”. “Che meraviglia sentirla raccontare barzellette, come Berlusconi”, osserva l’amico sorridendo e aggiungendo “ovvio che il ‘come Berlusconi’ è una battuta”– e a quel punto l’interlocutore cerca di indovinare quale barzelletta, seppure non berlusconica, possa mai sposarsi con il non-senso dell’umorismo (severissimo) della candidata radicale appoggiata dal Pd nella corsa alla presidenza della Regione Lazio.

20 FEB 2010

Preti che trovano la Bonino una “candidata di mediazione” , laici cattolici colpiti dalla sua “attenzione agli ultimi”, suore più preoccupate dalla mala stile “Gomorra”

Littoria a destra, chiesa con Emma

Sarà che oggi a Latina molti elettori, come dice il caporedattore di un quotidiano locale, “voterebbero volentieri per un neomussoliniano, e il fatto che a sinistra ci sia Emma Bonino non fa differenza: sceglierebbero comunque la destra”. Sarà che oggi a Latina, come dice un barista, “il problema sono i morti ammazzati”. Fatto sta che oggi, davanti alla cattedrale, dopo la funzione del mattino, sulle panchine nascoste tra il palmizio essiccato e lo scheletro dello scivolo per bambini, non c’è verso di trovare un cattolico che dica “vade retro Emma”.

03 FEB 2010
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