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L'editoriale dell'Elefantino, lettera dal tour elettorale

Non ho bisogno di spot

04 APR 2008

Scioperi per la morte e scioperi per la vita

Non molto tempo fa Piergiorgio Welby, un uomo molto malato e sofferente, scrisse una lettera a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, in cui chiedeva il diritto di essere aiutato a morire con la desistenza terapeutica, contro ogni accanimento. Il presidente Napolitano si rivolse immediatamente al Parlamento e all’opinione pubblica, esigendo attenzione e riguardo per il diritto di morire. Giornali e televisioni rilanciarono con estrema forza il doppio messaggio, di Welby e di Napolitano, e l’Italia fu inchiodata per mesi a una storia dolente incentrata sul desiderio di buona morte.

25 MAR 2008

Vorrei che Scalfari mi aiutasse a risolvere un enigma

Vorrei che Eugenio Scalfari mi aiutasse a risolvere un piccolo enigma. Quando presentai l’idea di una lista elettorale per la moratoria scrisse su Repubblica che quella lista sarebbe stata una dichiarazione di guerra della Conferenza episcopale alla Repubblica italiana. Io lo presi in giro bonariamente, perché il suo articolo fu pubblicato nella stessa domenica in cui il quotidiano dei vescovi iniziava lo stillicidio di cortesi prese di distanza dalla lista di opinionisti e autorità varie del mondo cattolico. Poi il fondatore si tacque, e non se ne è saputo più nulla di quella dichiarazione di guerra che avrei presentato per conto terzi. Si è distratto, il mio vecchio amico e nemico?

25 MAR 2008

APOLOGIA DI UNA CONVERSIONE

Pasqua tempestosa in San Pietro. Liturgia latina fitta del suo mistero, assediata dalla nebbia nel giorno della resurrezione, dopo le ombre cinesi del venerdì santo e della via crucis. E nel cuore del triduo, nel passaggio simbolico dalle tenebre alla luce dopo la processione dei ceri pasquali, la frustata della fede come incanto barocco dopo le arcate razionali di Ratisbona. La conversione al cattolicesimo del laico musulmano Magdi Allam, il suo battesimo come Cristiano, è stata un grande fatto pubblico, amministrato con coraggiosa saggezza dalla chiesa e dal suo nuovo fedele. Spero che le eventuali ripercussioni polemiche (non voglio pensare adesso a un sovraccarico di violenza intollerante contro l’apostasia) saranno fronteggiate con altrettanta saggezza e altrettanto coraggio. Buon viaggio a Magdi Cristiano nella difficile traversata che lo attende: è stata una festa per ogni vero libero pensatore vederlo sulla tolda dell’ammiraglia della chiesa universale, nella notte davvero universale per tutti i cattolici, quella della Pasqua di resurrezione, mentre il capitano gli asperge la testa di acqua benedetta.

24 MAR 2008

Per Adriano e il suo “Contro Giuliano”

Vecchie frasi di Langer, in attesa di un “Contro Alex”

Al direttore - Ho trovato sul Web un’interessante, a me pare, doppia dichiarazione del compianto eurodeputato Alex Langer. Che, probabilmente, fosse ancora tra noi fisicamente, appoggerebbe la sua moratoria, viste le cose che diceva venti e più anni orsono. Lorenzo Fazzini, Verona

19 MAR 2008

Cose pazze della lista pazza

Prima assoluta, l'Elefantino vignettista

18 MAR 2008

Puro cinismo travestito da pennacchio ideologico

Facciamo un po’ di semiologia spiccia, interpretazione dei segni. Scrive Adriano Sofri nel suo pamphlet “contro Giuliano” che “moratoria”, l’estensione di quel termine dalla pena di morte all’aborto, è un furto con destrezza. Lo si può pensare solo a patto di stabilire con sicurezza che la “stringente analogia” (Angelo Bagnasco) tra pena di morte e pena d’aborto non sia tale. Invece l’analogia tiene. E analogia non è un piatto paragone né l’affermazione di una sola identità per due cose diverse: analogia vuol dire che due cose diverse possono e devono essere considerate alla luce di uno stesso principio logico. Questa operazione logica prima di me l’ha fatta il filosofo e giurista laico Norberto Bobbio, nel 1981. Bobbio era un nemico del giusnaturalismo, che considerava un’anticaglia reazionaria. Trattava Leo Strauss, mio maestro giusnaturalista, con degnazione e fastidio. Era liberale e socialista. Era un positivista giuridico, pensava che il diritto positivo è autosufficiente entro certi limiti, che non esistono questioni non negoziabili. Eppure quell’analogia la stabilì con parole non equivocabili, dicendo (letteralmente) di essere favorevole alla difesa intransigente del diritto alla vita del nascituro per le stesse ragioni per cui era contrario alla pena di morte. Una perfetta analogia.

17 MAR 2008

Certi fragori, certi silenzi

Chiara Lubich, esempio di una spiritualità intimista che è lezione per noi laici

Noi laici, o quel che ne resta, siamo fragorosi e impudichi, se facciamo una battaglia di idee è sui giornali che nasce, sui giornali che muore; eppoi ci presentiamo alle elezioni o in tv, coltiviamo lo spazio pubblico come fosse il nostro orto casalingo, ci rispecchiamo in categorie obsolete come vittoria o sconfitta, consumiamo le nostre vite senza tempo per osservarle, senza tempo per scrutare nel profondo quelle degli altri, senza tempo per viaggiare nel mistero dei carismi personali, del carisma di una chiesa, nel carisma di un popolo. Siamo frettolosi, noi laici secolari o quel che ne resta. Se penso a Chiara Lubich e alle cento forme di spiritualità cristiana dentro e fuori il mondo cattolico, anche nella mescolanza come a Taizé con le correnti protestanti sopravvissute alla diaspora evangelica, penso che quel che superbamente mi dico quando sono stanco, e cioè che ho vinto comunque perché ho “imposto” la questione in cui credo, il rigetto dell’aborto moralmente indifferente come grande metafora per il ritorno di amore e buonumore sulla terra, può essere perfettamente rovesciato nel suo opposto: ho perso comunque, anche se non dovessi prendere un sacco di botte.

15 MAR 2008

Genova, bimbo ucciso per un reality

Cara Miriam, mi spiace polemizzare con te

Cara Miriam, mi spiace polemizzare con te perché, per ragioni di lunga amicizia familiare, è come se polemizzassi con mia madre. Ma devo dirti che il tuo articolo di ieri su Repubblica mi ha traumatizzato. Lo trovo incredibile, ideologico in un senso disumanizzante, anche sul piano dei rapporti personali. Tu attribuisci alla mia “forsennata” campagna contro l’aborto, che spacci mendacemente come una campagna contro la 194, senza un soprassalto di riflessione e di verità che da te mi sarei atteso, il risultato di spingere le donne all’aborto clandestino. Non è decente, anche se la cosa è sussurrata in modo insinuante e riposta in una zona non troppo visibile del tuo giornale. Quello stesso giornale che, in altre pagine, si apre bene o male alla discussione onesta sulla scia del libro di Sofri “Contro Giuliano”.

14 MAR 2008

Prima di una serie di risposte al pamphlet di Sofri

Caro Adriano, Abort macht frei

Caro Adriano, rubo tempo al sonno per rispondere in campagna elettorale, dunque a rate, al tuo consistente pamphlet “Contro Giuliano”, che è una lunga lettera d’amicizia e di radicale dissenso dalle mie idee sull’aborto e il maltrattamento della vita umana. Ma ora che hai condensato in un’intervista all’Espresso ciò che pensi, è urgente una risposta da giornale a giornale entro la misura di tempo che è dei giornali. Ora che le tue idee distese e pensate, sbagliatissime epperò amichevoli, vanno in pasto al giornalista collettivo, che ne saprà fare uso acconcio, il subgiornalista individualista che io sono è tenuto a replicare.

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