Da oggi, giornata speciale, tolgo il saluto a chiunque si faccia mozzorecchi Molti italiani sono convinti che un uomo politico, un uomo di Stato, non è autorizzato a comportarsi come Berlusconi. Ne hanno pieno diritto, e quel diritto corrisponde al potere di voto che esercitano alle elezioni, alla critica d’opinione il cui spazio è la piazza dei media e altre manifestazioni della società organizzata o della voce individuale. Molti altri italiani, tra i quali chi scrive, pensano che la cosa più importante è fissare e difendere il confine tra opinione e diritto privato, anche di un uomo pubblico. Io sono indulgente con i vezzi e i vizi del Cav., sono indulgente abbastanza anche con i miei, divento intransigente e rissoso e attaccabrighe quando improvvisati maestri di etica pubblica si fanno cattedratici della morale privata altrui. Leggi anche Le tre donne (speriamo sagge) di Berlusconi 23 GIU 2013
Come uscirne Dismal science, scienza triste secondo Thomas Carlyle. E si discute in quale senso usare questa definizione umanistica per l’economia. Risvolti sociali, antropologici, storici: l’homo oeconomicus si piega corrucciato e malinconico sui propri interessi realizzati e traditi. Oppure evitare di mettere le acquisizioni dell’economia all’indicativo, come suggeriva nel Corriere Maurizio Ferrera, perché il fallibilismo è l’anima dell’ipotetico economico (“C’è un modo per decidere chi ha ragione? Purtroppo no”). In sintesi: gli economisti dovrebbero essere i più ricchi tra gli umani, con certezza ormai algoritmica, invece fanno puntate al gioco come i mobilieri e i riccastri al Casino di Saint Vincent, vincono e perdono e s’infognano come i commessi viaggiatori. 22 GIU 2013
Un padrone al Corriere Diego Della Valle, di seguito DDV, potrebbe diventare padrone o editore del Corriere della Sera. E’ dura, perché nemmeno l’avvocato Agnelli è mai stato editore a pieno titolo del giornalone nazionale al centro da sempre di tutti gli appetiti (ora un po’ meno perché comincia a costicchiare). La logica che portò a un non molto costoso rimpiazzo del Rizzoli in galera fu quella del patto di sindacato, con banche e salotti buoni della galassia del nord, la Fiat di allora in prima fila, impegnati a sostenere l’impresa e all’occorrenza a mungerla, a parte i decisivi risultati di influenza politica (meno forti oggi) ottenibile alla guida di un quotidiano terzo e per definizione altamente e autorevolmente censorio dei vizi cosiddetti della classe dirigente. 21 GIU 2013
Il dito, la luna e Adele G. E’ demenziale, come scrive Marco Dettaglio, espellere per opinioni contrarie vari grillini, e mettere noi servi del sistema in grado di dire confortevolmente che la casta è meglio del profeta anticasta, se questo si chiama Grillo&Casaleggio. Ma nella follia della rete insediata come tribunale del popolo c’è un metodo, per fortuna meno sanguinario di quello di Stalin o delle Bierre, che dovrebbe essere riconosciuto anche da coloro che come al solito guardano il dito che indica la luna, e non la luna. 20 GIU 2013
Ingiustizia costituzionale La parola all’avvocato Franco Coppi, che dovrà autorevolmente convincere entro qualche mese la Corte di Cassazione delle ragioni della difesa di Berlusconi nel processo Mediaset. Il primo istinto è rispondere con il buonsenso a una decisione che va contro il buonsenso, e che smentisce la giurisprudenza costituzionale con un’ingiustizia costituzionale: la Consulta ha stabilito, e oggi sentirete gli applausi di quanti l’hanno insultata quando ha difeso il capo dello stato dalle grinfie della procura di Palermo buonanima, che presiedere un Consiglio dei ministri non è legittimo impedimento, ai sensi della legge, alla presenza in Aula di un capo dell’esecutivo impegnato contemporaneamente come guida del governo. Leggi anche Risposta di buon senso politico a una Consulta senza buon senso. Otto mesi di lavoro per Coppi 19 GIU 2013
Il puffo greco e la morale della favola Otto giorni fa il premier greco, Antonis Samaras, ha chiuso per decreto, senza consultare gli alleati di governo, la tv greca. L’ha chiusa per riaprirla solo dopo una severa risrutturazione che tagli sprechi e abnormità di bilancio (10 per cento di share, 600 miliardi di vecchie lire di costo, 2.500 impiegati sottoutilizzati, proliferazione di sinecure territoriali). Il paese è impazzito, ma non è una battaglia di libertà come quella che da noi portò a salvare i puffi della tv commerciale dall’assalto dei pretori di Avellino e del partito Rai del grande Biagione Agnes (per non parlare del referendum sulla pubblicità nei film vinto da Berlusconi a mani basse). 19 GIU 2013
L’eloquenza del Papa gesuita Il Papa gesuita non offre un canone morale, fatto di valori non negoziabili, ma ha le stesse idee di Benedetto XVI, che quel canone ha definito con la grazia ferma di un teologo sapiente. Il giudizio sul mondo moderno non deve essere tanto diverso, tra i due, il regnante e l’emerito, ma sul modo di affrontare il mondo c’è una differenza di stile, o di eloquenza, che ha il suo peso e decide della guida pastorale della cattolicità. Entrambi, per fare un esempio venuto alla luce con l’Angelus di domenica scorsa, in occasione della celebrazione anniversaria dell’enciclica Evangelium Vitae, sono contrari alla pratica di massa e moralmente sorda dell’aborto, così come respingono la codificazione in quanto diritto astratto del morire eutanasico, ormai giunta ben oltre le soglie del suicidio assistito nella cultura ipersecolarista. Leggi anche Matzuzzi Il Vangelo della vita di Bergoglio è una nuova lingua che spiazza un po’ 18 GIU 2013
Ma Letta ce l'ha il quid? Godo sessualmente, e non mi capita spesso, per il disvelamento della ciucaggine dei grillini. Queste baruffe senza senso, questa decomposizione dell'identità così rapida e tanto chiaramente inevitabile, almeno per me. Queste espulsioni demenziali, minacciate, realizzate, di gentucola che va ai talk show senza il permesso della maestra o che vuole andare a sinistra e fare tà-tà-Rodotà per convenzione e conformismo, e altra gente che alla diaria ci tiene, e lo scontrino lo perde. Questi capigruppo inadatti ad alcunché, visti mentre ruotano come un comitatino di salute pubblica ammalato di nichilismo, uno o due ogni tre mesi, in mezzo a coorti parlamentari che il paese finora ha conosciuto solo per la loro mediocrità ridicola. 17 GIU 2013
Una domandina per smascherare Travaglio e l’idolatria del dettaglio Il Dettaglio, che nell’iconologia è segno di Dio o del diavolo, nel mainstream giornalistico moderno è la maschera grottesca dell’ideologia. I fatti, per un marxista come me o per un nicciano di lusso, non esistono. Esiste la realtà, il suo principio ch’è la sintesi, ma non quegli oggettini da sferruzzamento a maglia che sono i fatti o fatterelli o dettagli. Ho cercato di spiegarlo a Marco Travaglio, abbassandomi al suo metodo di storpiare i nomi e sfottendolo come Marco Dettaglio, ma non ha capito un belin. A forza di fare da porta parola di Ingroia, Di Pietro, Grillo & Casaleggio, l’abile giornalista di destra travestito da tribuno de sinistra, versione ultramanettara con una venatura corrierista anticasta, rischia una forma dolorosa di restringimento delle facoltà. 16 GIU 2013
Marco Dettaglio ha perso le staffe Marco Travaglio è un abile giornalista che ha scelto di fare lo scrivano di procura, suo diritto e mestiere editorialmente redditizio nell’Italia incasinata e ciarliera di oggi. Scrive notoriamente sotto dettatura del dottore Antonio Ingroia e di molti altri piemme. Quando viene picchiato da un grande cronista come Claudio Cerasa, severo anche nelle vesti di bambino che il vice del Fatto gli attribuisce chiamandolo Piccolo Pigi (è l’ossessione del Battista che lo perseguita), Travaglio reagisce. Se il pestaggio arriva da un blog o dalla seconda pagina di un foglietto clandestino, non importa, Travaglio si difende dagli attaccabrighe sfoderando la sua capacità di dettato, maturata in anni lontani di scuola media superiore. Cerasa Le patacche che Travaglio non vuole vedere sulla trattativa 13 GIU 2013