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Disciplina e dissimulazione

Quant’è laica e moderna la Fratellanza il giorno delle elezioni in Egitto

Gli sceicchi sono piazzati sui marciapiedi dirimpetto all’ingresso dei seggi, per convincere gli indecisi con la loro presenza carismatica e per soffiare un refolo di senso di colpa decisivo dentro chi pensasse, con la matita in mano e all’ultimo minuto, di votare un partito del blocco laico. Fuori sono fasci di volantini gettati nei finestrini delle auto, santini patinati piantati in mano, nuovi striscioni e pasti distribuiti con generosità in cambio della promessa di voto.

29 NOV 2011

I soldati e i fellah

Il nemico è smilzo, ha le spalle strette e la divisa tutta nera delle forze di sicurezza centrali, il corpo alle dipendenze del ministero dell’Interno che in Egitto si occupa delle proteste in strada. Ovvio che sia di brutto aspetto, è fatto con le reclute rifiutate dall’esercito, con gli scarti, e anche se non avessero un’uniforme diversa i due gruppi si possono distinguere fisicamente gli uni dagli altri con un’occhiata. Sono pure peggio equipaggiati.

27 NOV 2011

Il giorno della melioneya

Quant’è pessimista il tycoon Naguib Sawiris sulle elezioni in Egitto

Tre settimane fa sembrava finito, Mohammed ElBaradei, candidato presidenziale con appena il 13 per cento dei consensi e uno staff elettorale così stanco di lui da abbandonarlo in blocco. Negli ultimi due giorni però l’ex direttore dell’Agenzia atomica delle Nazioni Unite, criticato per le sue posizioni troppo morbide con Teheran, ha avuto un colpo d’ala: prima ha rifiutato con sprezzo la convocazione a un incontro con i generali del Consiglio supremo e poi è andato in piazza Tahrir nel venerdì della melioneya, “la marcia di un milione” contro la “dittatura militare”.

26 NOV 2011

Chi sta sentendo Obama al Cairo

Il Cairo è stata la scelta del presidente americano, Barack Obama, per il suo discorso di apertura ai despoti del mondo islamico e arabo, nel giugno 2009: due anni più tardi è uno dei dossier più complicati e pericolosi per l’Amministrazione. Ieri i generali hanno chiesto a Kamal AlGanzoury, un economista 78enne laureato all’Università del Michigan, di fare il primo ministro. Scelta obbligata, perché gli altri nomi hanno rifiutato, e anche un tentativo di rassicurare Washington e piazza Tahrir.

24 NOV 2011

Cairo diario

Il problema in piazza della Fratellanza

La notizia, tenuta nascosta, è che un rappresentante  della Fratellanza musulmana avrebbe partecipato alla riunione d’emergenza tra governo e militari del 21 novembre per decidere che cosa fare durante la seconda rivoluzione scoppiata a piazza Tahrir – entrata ieri nel quinto giorno di scontri violenti. Sarebbe la prova che la Fratellanza sta orchestrando la crisi assieme al Consiglio supremo dei militari: i vincitori probabili delle elezioni parlamentari che iniziano martedì prossimo vanno a braccetto con i militari che detengono il potere.

23 NOV 2011

Il feldmaresciallo parla come Mubarak

Ieri sera il capo del Consiglio supremo delle forze armate, il generale Mohamed Hussein Tantawi, ha parlato in televisione dopo tre giorni e mezzo di violenze nel centro del Cairo. Il discorso in teoria avrebbe dovuto essere rivolto ai manifestanti che occupano Piazza Tahrir e che continuano a scontrarsi con gli agenti delle forze di sicurezza chiedendo le sue dimissioni. Segui la diretta da piazza Tahrir su Twitter

22 NOV 2011

Cairo diario

Dentro la rivoluzione di piazza Tahrir

Al quarto giorno di protesta, la tensione resta altissima al Cairo dove gli scontri sono continuati per tutta la notte e la mattinata. Solo nelle ultime due ore i feriti sarebbero 500. Da questa mattina a piazza Tahrir, già epicentro della protesta contro Hosni Mubarak, si vanno raccogliendo decine di migliaia di persone contro i militari, mentre proteste sono in programma anche a Suez ed Alessandria. Segui il nostro inviato su Twitter

22 NOV 2011

La rivoluzione non sa aspettare al Cairo

In teoria questa seconda rivoluzione egiziana, dopo quella di dieci mesi fa, sembra uguale e persino più semplice. Per un momento è sembrato persino che i generali avessero offerto il governo provvisorio e civile in pasto alla folla – tanto manca una sola settimana al voto. Ma il vero obiettivo delle proteste sono sempre loro, che invece non si muovono. Il meccanismo della lotta in piazza è rodato. Segui il nostro inviato su Twitter

21 NOV 2011

La repubblica islamica di Imbaba

“Jasoos israili!”. Una spia israeliana! L’urlo peggiore che può capitare di sentire al Cairo si alza in una stradina di Imbaba, un’area malmessa della capitale che da sola contiene sei milioni di abitanti, come se tutti gli abitanti della Libia fossero stipati in condomini senza orizzonte sulla riva ovest del Nilo. “L’israeliano, l’israeliano!”. Cosa ci farebbe una spia vera del Mossad proprio qui, invece che nei dintorni di una base per gli esperimenti nucleari in Iran o sotto i balconi degli hotel di Dubai dove s’incontrano i faccendieri del medio oriente, non c’è neppure il tempo di chiederlo.

19 NOV 2011

Se non l’attacco, allora sanzioni contro l’Iran. Ma non arriveranno

Il rapporto delle Nazioni Unite dice che l’Iran non ha mai smesso di lavorare alla bomba atomica: la scoperta di simulazioni al computer e di test pratici sui detonatori nucleari, dell’arricchimento dell’uranio in un sito nascosto nel sottosuolo vicino Qom e di prove per adattare la testata di un missile balistico a portare una bomba nucleare non hanno altra spiegazione possibile. La settimana scorsa è trapelata la notizia che il governo di Israele è pronto a ricorrere entro breve all’opzione militare, mai lasciata cadere

10 NOV 2011
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