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Indagine su un caccia

Dopo Equitalia, la buvette e i tassisti corporativi, gli acquisti del ministero della Difesa sono il capitolo più discusso degli scandali in faccia all’austerità. Quindici miliardi di euro di spesa (come una manovra) per l’acquisto di 131 cacciabombardieri americani, i sofisticati F-35 Joint Strike Fighter, che invece potrebbero essere utilizzati per mitigare i tagli sociali. Famiglia Cristiana ha cominciato la campagna, poi è arrivato il Fatto quotidiano e lunedì su Repubblica c’era un dossier di Giampaolo Cadalanu. Il clima è questo. Leggi L’austera difesa di Obama di Mattia Ferraresi

06 GEN 2012

Altro che i missili

La moneta iraniana, il rial, scivola e tocca il record negativo contro il dollaro dopo l’annuncio da parte dell’Amministrazione americana delle sanzioni più dure adottate fino a oggi contro Teheran. Per l’agenzia di stato Irna e anche per il sito governativo che segue l’andamento della moneta, ora la quotazione negli uffici dei cambiavalute è di 16 mila per un dollaro americano, che è una differenza enorme con il tasso di cambio ufficiale mantenuto ancora dalla Banca centrale del paese a 11.179.

03 GEN 2012

Senza segreti, senza indizi

“Siamo stati giocati”. Il colpo fatale alla guerra dei droni di Obama

C’è stato un primo momento in cui la “guerra segreta di Obama” – come i giornalisti informati e ben imboccati l’hanno definita –, ovvero la campagna di spionaggio dall’alto e di bombardamenti di precisione condotta con i droni è sembrata la soluzione perfetta. Questo che si chiude è stato l’anno del culmine del successo nella guerra ai nemici dell’America.

30 DIC 2011

Esercitazioni militari

La “Supremazia” dell’Iran nel Golfo spaventa il mercato del greggio

Il Brent sfonda quota 108 dollari al barile salendo di 35 centesimi in una sola seduta e anche il prezzo del greggio americano arriva a sfiorare i 100 dollari al barile al quinto giorno di una grande esercitazione navale iraniana nello stretto di Hormuz. I mercati colgono il messaggio di Teheran: la marina militare può bloccare il tratto di mare da dove passa circa il 40 per cento di tutto il petrolio trasportato via nave nel mondo e tagliare i rifornimenti.

28 DIC 2011

Purghe contro i sunniti

In Iraq il governo e al Qaida sfruttano il ritiro prematuro di Obama

Quattordici bombe a Baghdad contro palazzi del governo e contro bersagli indifesi come scuole, mercati e negozi: almeno 63 i morti. Anche dopo che gli americani hanno completato il ritiro, i terroristi iracheni ammazzano civili per rivendicare il proprio spazio di potere.  E’ come se all’immediato scadere della presenza dei soldati mandati da Washington, tutti, a partire dall’alto, il governo, fino in fondo, i gruppi estremisti, abbiano voluto confermare di essere ancora in una posizione di forza.

23 DIC 2011

Butta già male a Baghdad

Il ritiro dei soldati americani dall’Iraq è appena stato completato tre giorni fa e già il governo di Baghdad sotto la guida del primo ministro Nouri al Maliki tira uno schiaffo in faccia all’Amministrazione Obama, con una mossa che assomiglia molto  all’eliminazione politica della minoranza sunnita dalla carta del potere. Leggi Washington non ha più presa sull’Egitto dei generali (e la piazza odia gli americani)

21 DIC 2011

Ancora scontri nella notte

Egitto modello Pakistan

Credevamo tanto nel modello Turchia, scrive Mamoun Fandy editorialista del quotidiano egiziano al Masri al Youm, e invece stiamo cadendo dritti nel modello Pakistan. Al quarto giorno di scontri di piazza nel centro del Cairo, la sensazione è anzi che l’Egitto post rivoluzione finirà peggio che il modello originale. Leggi anche Il pelo nel voto islamista - Le mani nella rivoluzione araba   - I soldati e i fellah

20 DIC 2011

“Welcome home”

Ma quanto sono stretti i denti di Obama mentre celebra il ritiro dall’Iraq

Ieri il presidente americano, Barack Obama, assieme alla moglie Michelle è andato a Fort Bragg nel North Carolina,  la base dell’esercito americano che fa da casa ai reparti migliori, paracadutisti e forze speciali, per pronunciare un discorso sulla fine della presenza militare in Iraq. “Welcome home, welcome home, welcome home”, ha detto ai soldati, che stanno lasciando il paese al ritmo di 500 ogni giorno e da 170 mila ora sono rimasti in circa 5.000.

15 DIC 2011

Il pelo nel voto islamista

La storia di Yousseni è un po’ complicata, perché lui è omosessuale e l’omosessualità al Cairo è una faccenda che passa ogni giorno di nascosto sotto forche caudine multiple: c’è il machismo arabo – che è una posa su cui molto si potrebbe scrivere e si potrebbe pure smontare in fretta, ma proprio per questo fa la faccia feroce – c’è l’ostilità da metropoli africana, c’è soprattutto il codice di comportamento stabilito dall’islam che tutto sorveglia e tutto punisce.

10 DIC 2011

A che punto è lo strike sull’Iran

Quando e se il programma nucleare dell’Iran sarà attaccato, non si tratterà di un bombardamento aereo convenzionale. Non sarà una copia delle operazioni fulminee che hanno avuto successo in passato, come il raid sul reattore nucleare di Saddam Hussein a sud-est di Baghdad nel 1981 o contro la base dell’Olp a Tunisi nel 1985.

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