• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Papa Leone XIV
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • EuPorn
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 172
  • 173
  • 174
  • ...
  • 210

Fallita Ginevra 2, per la Siria si torna al piano A proposto dai sauditi 18 mesi fa

17 FEB 2014

Cilecca a Tripoli

Cronaca di un golpe libico visto soltanto in video

Ieri dopo pranzo il primo ministro libico, Ali Zeidan, ha dismesso ogni voce su un golpe militare a Tripoli. “Il governo è sicuro, la sicurezza è sotto controllo, il Congresso nazionale sta continuando i suoi lavori e l’esercito è nelle sue caserme. Nessun reparto militare si è mosso contro le istituzioni”. Per le strade della capitale era tutto tranquillo. In mattinata un generale libico, Khalifa Haftar, aveva fatto circolare un suo messaggio video in uniforme in cui chiedeva alle Forze armate di “salvare” il paese e dichiarava la sospensione del Parlamento e del governo.

14 FEB 2014

A ogni negoziato, Bashar esce sempre più in vantaggio: dal gas nervino a Homs

Sam Dagher è un reporter del Wall Street Journal e giovedì scorso è andato nella città siriana di Homs a raccontare l’inizio dell’evacuazione dei civili intrappolati nel Quartiere vecchio sotto gli occhi di una squadra delle Nazioni Unite. A Homs si vive una delle situazioni più dure della guerra: due aree popolate sono fuori dal controllo dell’esercito del presidente Bashar el Assad e respingono con successo ogni attacco militare; per questo sono in stato di assedio dal giugno 2013, gli abitanti non possono attraversare la terra di nessuno fra i palazzi sventrati e fuggire dalle loro case, sottoposte ogni giorno al fuoco dell’artiglieria, e dall’esterno non può arrivare nulla, cibo e medicinali compresi. Leggi anche Dandachi Assad sarà ucciso da uno dei suoi

12 FEB 2014

Il lato oscuro dell’Iran che negozia

L’Iran fa balzi in avanti nei negoziati con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ma allo stesso tempo insiste a usare toni così minacciosi nelle dichiarazioni – per non sembrare arrendevole e pronto al compromesso – da rischiare di distruggere ogni progresso. Se continua così potrebbe finire per sabotare il patto provvisorio sul nucleare in vigore adesso e per eliminare anche la possibilità di negoziati reali, previsti per dopo il 20 luglio.

10 FEB 2014

Nella Repubblica Centrafricana

Chi sponsorizza chi nei massacri a colpi di machete a Bangui

Due giorni fa c’è stata una cerimonia per celebrare la riconciliazione nazionale a Bangui, capitale della Repubblca Centrafricana. Centinaia di soldati in uniforme mimetica hanno ascoltato sull’attenti su un prato il discorso del presidente ad interim Catherine Samba-Panza. Dieci minuti dopo l’uscita di scena del presidente alcuni militari hanno visto tra la folla il volto di un uomo che hanno accusato di appartenere ai ribelli Seleka.

06 FEB 2014

Dopo i negoziati di Ginevra

Sulla Siria Kerry non si fida più di Obama. Pure al Baghdadi non sta bene

“Barack Obama farebbe sembrare anche Neville Chamberlain come il generale Custer”, diceva ieri la battuta di un siriano espatriato su Twitter. Farebbe sembrare l’appeaser più famoso della storia come il generale tradito dalla troppa foga. Che però sia anche il segretario di stato John Kerry ad ammettere – in un incontro off the record con quindici senatori – di avere perso fiducia nella politica estera della Casa Bianca sulla Siria è un fatto inedito persino per questi tre anni di guerra trascinata nell’attesa di un momento risolutore che non arriva mai. Comincia così, con Kerry che ammette il fallimento della linea politica che lui stesso rappresenta, l’èra del Post conferenza di pace di Ginevra.

04 FEB 2014

Fine della “neutralità”

Così cresce il ruolo discreto di Israele nel sud della Siria

Israele si tiene da parte con discrezione sulla questione della guerra siriana. Non ha chiesto di partecipare alla Conferenza di pace di Ginevra 2 – appena finita senza alcun risultato, come previsto  – per timore che la sua presenza avrebbe polarizzato i negoziati, anche se naturalmente ha tutto l’interesse a capire come andrà a finire.

01 FEB 2014

Il bello della diplomazia di Obama

Soltanto il 4 per cento delle armi chimiche ha lasciato la Siria

Il grande accordo per la rimozione delle armi chimiche dalla Siria non sta funzionando per ora. Soltanto il quattro per cento dello sostanze più pericolose e un altro quattro per cento di sostanze classificate come appena meno pericolose hanno lasciato il paese. La quasi totalità dell’arsenale chimico non è ancora nemmeno partita dalle basi militari controllate dal governo del presidente Bashar el Assad e non è arrivata al porto di Latakia, dove in teoria avrebbe dovuto essere caricata su navi militari entro il 31 dicembre per essere poi incenerita su una nave speciale.

31 GEN 2014

La rabbia di Ankara

La lira fa ballare il “modello turco”. Erdogan urla ancora al complotto

In Turchia la Banca centrale ha deciso di reagire à la Erdogan, quindi con durezza e aggressività, al rischio di tracollo della moneta nazionale che stava precipitando rispetto a euro e dollaro. Alla mezzanotte locale la Banca centrale turca ha alzato il tasso d’interesse base dal 7,75 per cento al 12 per cento, una manovra d’emergenza che al mattino di ieri ha fatto recuperare circa il 4 per cento alla lira sul dollaro, anche se l’effetto potrebbe durare poco.

30 GEN 2014

Bollettino Tripoli

In Libia i separatisti giocano un petro-bluff con l’aiuto di un lobbista

Giovedì il viceministro della Libia per il Petrolio e il gas, Omar Shakmak, ha annunciato alla tv di stato che l’incasso arrivato dalla vendita del greggio per il 2013 è di 40 miliardi di dollari, invece dei previsti 50. Il 20 per cento in meno è dovuto al fatto che i terminal nell’est del paese sono bloccati da una milizia separatista che ha dichiarato l’indipendenza e vuole vendere il greggio da sola, senza più passare per il governo centrale.

16 GEN 2014
  • 1
  • ...
  • 172
  • 173
  • 174
  • ...
  • 210
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio