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La prima di Renzi al teatro di Verona

Al termine della mattinata, dopo un’oretta e mezza buona di discorso, dopo un paio di buone provocazioni, dopo una serie di discrete proposte e dopo aver finalmente utilizzato quelle sette parole che i suoi sostenitori gli chiedevano da tempo di tirar fuori dal cilindro (“Mi candido ufficialmente alle primarie del centrosinistra”), Matteo Renzi si precipita giù dalle scale dell’auditorium veronese della Gran Guardia, saluta i giornalisti e al telefono con un amico ammette di essere davvero “molto soddisfatto”. Leggi Renzi, Bersani, Verona e la lezione per il centrodestra

14 SET 2012

Cosi e' cominciata la campagna elettorale di Matteo Renzi

13 SET 2012

Chi scende in camper

Un buon allenatore, più che un grande bomber. Un bravo tecnico, più che un super fantasista. Un abile player-manager, più che un magnifico centravanti. E dunque, per capirci, un José Mourinho, più che uno Zlatan Ibrahimovic. Un Arrigo Sacchi, più che un Roberto Baggio. O, meglio ancora, un Pep Guardiola, più che un Lionel Messi. Il modello Tony D’Amato, dal nome del celebre coach interpretato da Al Pacino in “Ogni Maledetta Domenica”, è un modello che in realtà Renzi non smette di evocare dal giorno in cui il sindaco di Firenze ha scelto di proiettare su uno dei maxi schermi della Leopolda il più famoso dei dialoghi della pellicola di Oliver Stone.

12 SET 2012

Un nuovo assist al Quirinale

Il “sì” segreto di Berlusconi alle elezioni anticipate

D’estate, si sa, il mondo della politica funziona come il mondo della finanza, e a volte una piccola manovra o una piccola indiscrezione possono essere sufficienti a creare disordine e agitare tanto gli umori dei palazzi quanto quelli dei mercati. Ieri, per esempio, a movimentare i listini della politica sono stati i retroscena pubblicati su alcuni giornali relativi alla possibilità che l’imminente accordo sulla legge elettorale possa indirizzare i partiti a selezionare la casella delle elezioni anticipate. Leggi Un Napolitano segreto di Claudio Cerasa e Salvatore Merlo

23 AGO 2012

Giovani capi Pd contro il patto tra i grandi del Pd. Trame e paradossi

“La storia di quel patto è vera, eccome se è vera. Posso dirvi però di stare tranquilli: ché prima di metterlo in funzione, quel patto, dovranno passare sul nostro corpo!”. La scorsa settimana su questo giornale vi abbiamo raccontato di un nostro pranzo con un informato e spigliato dirigente del Partito democratico con il quale, dietro la garanzia dell’anonimato, abbiamo conversato sulla nascita di un patto di sindacato siglato metaforicamente dai principali azionisti del Pd. Leggi Storia, segreti e trame del patto di sindacato tra i grandi del Pd di Claudio Cerasa

22 AGO 2012

Storia, segreti e trame del patto di sindacato tra i grandi del Pd

“Guarda che loro sono già tutti d’accordo, eh”. E’ venerdì pomeriggio, sono le 14 e 30, siamo a Roma, a pochi passi da piazza Trilussa, quartiere Trastevere, e di fronte a noi c’è un famoso e rampante dirigente del Partito democratico, non bersaniano ma con ottime entrature nella segreteria del leader democratico. Il dirigente del Pd, poco prima del caffè, tira fuori una penna nera dal taschino della giacca e dopo essersi fatto spazio tra piatti, posate, chiazze d’olio e briciole di pane a un certo punto fissa il cronista e comincia a scrivere sulla tovaglietta di cartone sei nomi con altrettante parentesi.

14 AGO 2012

No agenda Monti, ecco il Pd

“Guarda: sinceramente, ormai, credo proprio di no”. La nostra chiacchierata con Stefano Fassina inizia con un sorriso sul più gustoso dei retroscena di questa movimentata fase della nostra vita politica. Fassina, che pochi mesi fa aveva ammesso di non considerare un tabù la possibilità di andare alle urne il prossimo autunno, riconosce che la finestra per il voto a ottobre, “che davvero era una possibilità”, si è definitivamente chiusa (“non c’è più lo spazio e non ci sono più le condizioni e prima bisognava fare la legge elettorale”) e che anche per questa ragione da oggi in poi il Pd, di fronte a un percorso maggiormente definito da qui al 2013, ha la possibilità di fare alcuni passi in avanti nel circoscrivere con chiarezza il suo profilo di governo.

09 AGO 2012

Il cappellano del 41 bis racconta

Il prete che sussurrava ai boss

L’uomo che sussurrava ai mafiosi ha settant’anni, gli occhi piccoli, i capelli brizzolati, la pelle liscia, la faccia rotonda, lo sguardo fisso, un sorriso inciso sul volto da due sottili rughe che gli incorniciano le labbra e un ricordo nitido di quello che successe la mattina del 30 maggio 1993 di fronte al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: “Pensi a un nome lei, caro monsignore”. L’uomo che sussurrava ai mafiosi ha un passato nelle parrocchie di Siena, una lunga esperienza nelle carceri toscane, un tosto addestramento alle scuole diplomatiche e una storia da raccontare su quello che Papa Montini gli mostrò a Castel Gandolfo tre giorni prima che Aldo Moro venisse ucciso dalle Brigate Rosse: “Guardi cosa c’è lì sul tavolo, caro monsignore”.

14 LUG 2012

Arrivano gli occupy Pd

Con Monti e contro Monti. Con Krugman e contro Krugman. Con l’aspirina e contro l’aspirina. Con l’Europa e contro l’Europa. Con la Bce e contro la Bce. Con i tecnici e contro i tecnici. E così via. A otto mesi esatti dalla nascita del governo Monti, all’interno dei due principali schieramenti che lo scorso novembre hanno accettato la sfida dell’esecutivo dei professori da un po’ di tempo a questa parte si sta manifestando un fenomeno – in parte schizofrenico e in parte forse naturale – che appare sempre con maggiore frequenza fra le trame quotidiane delle dinamiche parlamentari.

10 LUG 2012

Il Pd e la guerra delle ombre

Sì, è vero: non si sa ancora quando si voterà, non si sa ancora come si voterà, non si sa ancora per cosa si voterà, non si sa ancora con chi si voterà, non si sa ancora dove si voterà e non si sa ancora soprattutto per chi diavolo si voterà; ma nell’attesa di conoscere nei prossimi mesi, a proposito del dossier “primarie del centrosinistra”, qualche dettaglio in più rispetto alle parole “sono belle”, “si faranno”, “saranno aperte” e “sarà una grande festa”, si può dire che nel Partito democratico ci sono almeno due formidabili contadini, o forse due grandi giardinieri, che da qualche tempo a questa parte hanno cominciato, come dire, a farsi più o meno un mazzo così. Leggi E’ possibile un giudizio equanime su Bersani? di Giuliano Ferrara

20 GIU 2012
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