L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy (foto LaPresse)

Sarkozy vieta l'happy hour. E se Zapatero gli desse manforte?

Marianna Rizzini

In teoria non dovrebbero esserci problemi, per gli aperitivisti italiani. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, per combattere l’alcolismo, vuole vietare l’happy hour, leggiamo sui giornali. Orrore. L’aperitivo proibito per legge o rincarato nei prezzi è una notizia terribile. Epperò non sembra riguardarci, l’ingiusto divieto. A meno che. A meno che non si crei una congiuntura internazionale alcolicamente (a noi) sfavorevole. Speriamo insomma che il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, ultimamente un po’ polemico nei confronti dell’Italia, non si accorga della mossa sarkozista.

In teoria non dovrebbero esserci problemi, per gli aperitivisti italiani. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, per combattere l’alcolismo, vuole vietare l’happy hour, leggiamo sui giornali. Orrore. L’aperitivo proibito per legge o rincarato nei prezzi è una notizia terribile. Epperò non sembra riguardarci, l’ingiusto divieto. A meno che. A meno che non si crei una congiuntura internazionale alcolicamente (a noi) sfavorevole. Speriamo insomma che il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, ultimamente un po’ polemico nei confronti dell’Italia, non si accorga della mossa sarkozista. E che non avvisi il Parlamento di Strasburgo. E’ vero che in Spagna nessuno potrebbe vietare tapas&copas per le vie di Madrid, Valencia o Barcellona (pena la rivolta congiunta degli zapateristi e degli antizapateristi), ma il governo spagnolo, in combutta con Bruxelles, potrebbe ben giungere a far sanzionare l’Italia per scarso impegno nella lotta all’alcolismo, aggravata da istigazione al “paghi due cocktails e prendi tre”. Già immaginiamo il titolo del Paìs: “Aperitivo selvaggio, Roma vergogna d’Europa”. Ohibò. Qui serve una guerra preventiva alla probabile alleanza anti-bicchiere.
Ecco che cosa dovete fare.
1. Invitate tutti gli amici spagnoli nella miglior vineria della vostra città. Togliete loro il daiquiri, poco adatto alle sbronze allegre.
2. Dite agli amici parigini di incoraggiare la moda locale dei “bachelorette parties” all’Hotel Ritz, aperitivi mascherati da addio al celibato-nubilato, altamente alcolici (Sarkozy non avrà il coraggio di vietare anche quelli, tanto più che si è sposato più volte).
3. Dite ai gestori del vostro bar preferito di eliminare la scritta “happy hour” dai menu, tanto ormai costa tutto uguale a tutte le ore, e sarebbe assurdo farsi vietare qualcosa dalla Ue dopo aver imbrogliato il cliente: il cliente in questione, infatti, per difendere il proprio aperitivo, tenderebbe a testimoniare dicendo che non c’è nessun happy hour.
4. Andate a Londra, al ristorante orientale Hakkasan, dove l’attrattiva principale non è il cibo ma il Martini al lichée. Fotografate Kate Moss ubriaca (è una habituée del luogo) e spedite la foto agli uffici stampa di Sarkò e di Zap.: visto che il Regno Unito ha già vietato l’happy hour due anni or sono, ma continua ad avere l’altissimo tasso alcolico che ha, i due premier si convinceranno che l’Italia, dove almeno non ci si nasconde a bere aperitivi nei ristoranti cinesi, va lasciata in pace.
5. Chiedete il patrocinio dell’Happy hour al ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna (gli aperitivisti, a questo punto è chiaro, sono una delle categorie più discriminate).
6. Se il ministro Carfagna non concede il patrocinio, organizzare l’Happy hour Pride, con bevuta collettiva sotto al Colosseo.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.