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Ritirate fuori il Cinzano, è ora di farlo

Marianna Rizzini

Da alcolicamente grezzi quali siamo – gente che appunto non si stanca del mojito, definito da un nostro conoscente snob “drink per turisti italiani a Formentera” (e manco a dirlo siamo stati pure a Formentera) – abbiamo trasecolato nel leggere la gentile mail di precisazione dell’amico e radicale storico Angiolo Bandinelli: “Anche io adoro gli aperitivi, anzi vado matto per il Cinzano bianco secco, ma non tutti i bar lo hanno”.

Da alcolicamente grezzi quali siamo – gente che appunto non si stanca del mojito, definito da un nostro conoscente snob “drink per turisti italiani a Formentera” (e manco a dirlo siamo stati pure a Formentera) – abbiamo trasecolato nel leggere la gentile mail di precisazione dell’amico e radicale storico Angiolo Bandinelli: “Anche io adoro gli aperitivi, anzi vado matto per il Cinzano bianco secco, ma non tutti i bar lo hanno”. Ora, Bandinelli è un radicale storico e non si confonde nel mucchio, ma che i bar non ne abbiano – e in campagna elettorale, per giunta, e con i radicali annacquati da Walter nelle liste Pd come menta in un mojito, e con Pannella in sciopero della sete – ce n’è di che appellarsi a qualche authority per la parità-equità-eguaglianza-democrazia. Ritirate fuori il Cinzano, è ora di farlo. E già che ci siete tirate fuori anche il Campari con bianco, caro vecchio drink servito, unica scelta, nei bar della campagna piacentina (come ci racconta un amico che voleva istruire alla vita agreste, beveraggi compresi, i milanesi drogati di cocktail “americano” o “sbagliato” – impossibile da mandare giù, a nostro avviso). Ritirate fuori il Cinzano e chissà che non faccia bene alla par condicio violata, in questi giorni, dagli aperitivisti amatoriali che raggiungono a tarda sera gli aperitivisti abituali al “Tre Scalini”, quartiere Monti di Roma, mentre questi ultimi sono intenti a mangiare polpette con vinello rosso, per torturarli con l’amletismo monomaniacale da futuro votante del Partito democratico – e Di Pietro? e la Binetti? e i pranzi di Walter? Ma l’avete visto? Ma come faccio a votarlo? E’ invotabile, sto a casa. Ma non posso disperdere voti, ma non posso votare Bertinotti, ma allora vado e annullo la scheda alla Camera e faccio voto utile al Senato, ma tu scusa che fai, poi?. E allora di solito un altro aperitivista dilettante gli risponde che ha ragione – non può disperdere il voto – e l’aperitivista abituale, che non sa come risolvere i medesimi dubbi ma non pretende che li risolvano gli altri aperitivisti, per protesta ordina un oscuro limoncello e spera che a questo punto non arrivi la seconda domanda tipica degli aperitivisti dilettanti da campagna elettorale: ma al Foglio che si dice, veramente, davvero davvero, della campagna sull’aborto?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.