Plastico del ponte sullo Stretto (Ansa) 

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Il ponte sullo Stretto s'ha da fare

Andrea Marcenaro

I partiti di governo trovino un compromesso sulla struttura. Una proposta: bar e servizi mettiamoli a Fiano Romano

Bisognerà pur trovarlo un accidente di accordo tra partiti che, governando insieme, discordano ovviamente sulle riforme di struttura quanto sulle sovrastrutture da adeguare. Bisognerà pur trovarla, quell’accidente di mediazione per non concludere la vita con un tè nel deserto e agguantare, i più fortunati, gli ultimi barconi per Tunisi. Lasciamo stare la riforma dell’Ingiustizia, destinata a rimanere questione di mosse e di finte di corpo. Facciamola facile: il ponte di Messina. Chi lo vuole e chi no. Occorre un compromesso. Il ponte si deve fare. Semplice, senza arzigogoli. Una campata, tre campate, fa lo stesso. Però nient’altro. Bar, servizi, piazzole e toilette verranno concentrate in massa a Fiano Romano. Così: chi vorrà passare a Reggio passerà, chi intenderà cagare cagherà, dopo qualche chilometro, certo, poi però cagherà, chi intenderà filmare filmerà e chi vorrà menarla sulla sacralità dell’informazione dal basso resterà quel fesso che è sempre stato.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.