Una fogliata di libri

Il secolo fragile

Enrico Paventi

La recensione del libro di Robert D. Kaplan, Il secolo fragile, Marsilio, 205 pp., 19 euro

Tanto la storiografia quanto l’indagine geopolitica stanno cercando, ormai da diversi anni, di fornirci alcuni strumenti utili ad analizzare il nostro presente, il mondo cioè nel quale viviamo e operiamo: un contesto planetario ormai caotico e globalizzato, sempre più a portata di mano grazie al progresso tecnologico ma – nel contempo – assai complesso e difficile da gestire, in cui ogni nuovo conflitto innesca un pericoloso effetto domino che sembra in grado di coinvolgere persino terre a noi lontane e pressoché sconosciute. Si tratta dunque di un mondo dall’equilibrio assai precario la cui instabilità non sarà più mitigata dall’azione delle grandi potenze, dal momento che la loro influenza ha subito un chiaro declino a seguito della dissoluzione degli imperi e della fine dell’ordine emerso alla conclusione del Secondo conflitto mondiale. Dinanzi a un siffatto stato di cose, il politologo Robert Kaplan ritiene che il problematico ambito globale contemporaneo possa essere compreso solo utilizzando un’analogia con il recente passato. E’ anzitutto interessante mettere in rilievo come egli riesca a unire le proprie osservazioni alle intuizioni filosofiche e letterarie, delle quali è debitore ad autori del calibro di Christopher Isherwood, Alfred Döblin, Elias Canetti, T.S. Eliot, Golo Mann, Alexandr Solženicyn, Oswald Spengler, George Orwell, Aldous Huxley, per giungere a tracciare stimolanti connessioni tra eventi storici e fenomeni sociali.

 

Venendo poi al merito dell’analisi proposta ai lettori, stiamo a suo avviso attraversando un’epoca assai simile a quella che ha visto il crollo della Repubblica di Weimar: una culla della modernità da cui sono nati sia il nazismo che il totalitarismo comunista. Il politologo ne individua i connotati, sottolinea l’attuale fragilità della transizione tecnologica e politica e si domanda, da ultimo, se questa nuova Weimar sia destinata a vivere il tragico epilogo che avrebbe aperto la strada alla presa del potere da parte del regime nazionalsocialista. Come evitare che ciò accada? Lo studioso è convinto che le democrazie liberali, costrette a fronteggiare l’aggressività di dittature modernizzatrici come Russia e Cina, debbano continuare a resistere a qualsiasi deriva autoritaria, a opporsi alla tirannia della massa, a difendere l’espressione del libero pensiero, a garantire i diritti civili.

 

Dovremmo inoltre conoscere il passato, collocare la nostra riflessione in una dimensione globale e tenere conto della crescente interdipendenza che caratterizza le relazioni tra le innumerevoli regioni del pianeta giacché le crisi attraversano rapidamente gli oceani e giungono a far sentire le proprie ricadute nella quotidianità che ci troviamo a vivere. Un compito, di capitale importanza, che ci consentirà forse di elaborare qualche fondata idea di futuro.

 

Robert D. Kaplan

Il secolo fragile

Marsilio, 205 pp., € 19,00 euro

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