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Una fogliata di libri

Luci e Babbi. Eppure, si resta inquieti. Lettera da una strana fame

Marina Corradi

Occorre affrontare la realtà. È Natale. Per me la Natività di Cristo è un miracolo, ma tutto ciò che negli ultimi decenni ci è proliferato attorno mi rende insofferente. Nella piazza è atterrata una flotta di cargo dalla Cina. Strabiliante, per varietà di colori e di forme, la quantità di palle

Appena diciassette giorni. Occorre affrontare la realtà. E’ Natale. Per me la Natività di Cristo è un miracolo, ma tutto ciò che negli ultimi decenni ci è proliferato attorno mi rende insofferente. Palle, alberi, Babbi, e l’ansia coatta del cenone – mangiare come non mangiassimo da un anno. Comunque, 8 dicembre, con marito e cane mi spingo la sera in un centro commerciale. Ingresso dal pet shop, a ruba i panettoni per cani. Fa caldissimo, qui dentro. Una folla di anime in pena in piumino, in carenza di ossigeno, si spintona garbata verso l’uscita. I cani si ringhiano: loro, almeno, sinceri.

 

Nella piazza è atterrata una flotta di cargo dalla Cina. Strabiliante, per varietà di colori e di forme, la quantità di palle. Ovviamente ogni riferimento cristiano è bandito. (Noi, qui, mica si crede a certe favole da bambini). Pigiami, mutande, tutto stampato a Babbi. Pochi ragazzini, e quei pochi attorno a mamme con il velo. Sorridono: non capiscono, però fantastico, questo casino. Lascio marito e cane al bar e dirigo verso l’Iper. (Non ci vado mai, perché se devo scegliere fra venti mozzarelle mi innervosisco). Dal soffitto pendono provole come bombe, prosciutti come armi improprie, salami-randelli. E forme di parmigiano grosse quanto droni, in instabile equilibrio. Se ti cadono addosso, sei morto. E vini, e spumanti, da ubriacarsi per sempre. Come faremo a mangiare tutta questa roba? E poi, perché? Una fame isterica ci conduce.

 

Lo sapevo, mi sono persa. Senza acquisti poi, sembra, resti dentro. Ma finalmente esco a riveder le stelle. Però non trovo marito né cane. Il cane mi preoccupa: i mariti tornano sempre, ma il cane è un problema. Poi li vedo che si aggirano smarriti, cercandomi. Li abbraccerei. Non ce l’ho con i consumi, né con le provole monster. E’ che non capisco questa fame bulimica. Come una fame di altro, taciuta. A 2.500 km da qui bombardano – tuttavia, finché non bombardano noi. Merry Xmas, Auguri, Auguri, lampeggiano le luminarie del Natale 2025. Eppure me ne vado inquieta.

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