
Una fogliata di libri
SuperTondelli. Il mio amico segreto
La recensione del libro di Enrico Brizzi edito da Harper Collins, 400 pp., 20 euro
Bologna. Inverno 1992. “Con la furia vintage di un Francesco Moser alla Parigi-Roubaix”, un ragazzo pedala in sella alla sua bicicletta, diretto verso le due torri. In tasca stringe un dattiloscritto dal titolo ingenuamente apocalittico: Hard Boiled. Ha diciassette anni, è innamorato di una ragazza che gli fa battere il cuore, ascolta il punk-rock e in testa ha il delirio di essere il nuovo Ridley Scott. Sotto le torri lo aspetta un editore, con un impermeabile aperto su un completo scuro e ai piedi un paio di scarpe eleganti. L’uomo lo guarda e gli chiede, testuale: “Come cazzo ti è venuto in mente di riscrivere Blade Runner?”. Poi estrae un foglio dalla giacca e consegnandolo al ragazzo gli dice: “Li hai letti i consigli di Tondelli agli aspiranti narratori?”. Inizia così, da questo aneddoto, Super Tondelli, l’ultima folgorante opera di Enrico Brizzi dedicata “allo scrittore di Correggio”, che da quel momento in poi è diventato pioniere e ispiratore di tutte le sue opere: “Sono trascorsi tre decenni pieni da quando ho scelto di ricordarlo nella dedica del mio romanzo d’esordio. Da allora nelle interviste e nei miei scritti non ho più smesso di citarlo”. Da qui il libro scorre, fluido, come il nastro di una musicassetta infilata in uno stereo con l’autoreverse inserito. Lato A: la memoria incandescente di un ragazzo che scopre la propria vocazione. Lato B: l’analisi storica e critica del cammino di un autore che ha acceso la luce su una nuova generazione. Brizzi comincia raccontando la propria adolescenza come un cortocircuito: la fanzine Perle ai porci, la musica, i Giardini Margherita, il primo “flash” del riconoscimento altrui. “Ti è bastato intercettare le loro risate per essere certo che vuoi provare ancora e ancora quel genere di flash”, scrive, ed è esattamente in quel momento che la scrittura viene vissuta come un demone al quale è impossibile resistere, come una droga che dà dipendenza.
Il passaggio di consegne è compiuto. Da quel lampo nasceranno Jack Frusciante, Bastogne, e tutto l’universo brizziano che verrà. Nella seconda parte il tono cambia registro, il discepolo si fa cronista e ricostruisce la parabola del suo maestro: la provincia emiliana, il Dams, gli Altri libertini, i Biglietti agli amici, l’Aids, la fine. Un libro scritto con la gratitudine dei sopravvissuti, recitato come una preghiera, detta sottovoce, rivolta a chi ti ha insegnato a vivere. E mentre il libro si chiude sembra che una voce lontana torni a ripetere: “Siete voi che dovete raccontare”.
Enrico Brizzi
SuperTondelli. Il mio amico segreto
Harper Collins, 400 pp., 20 euro

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