
Una fogliata di libri
Come pietre di fiume
La recensione del libro di Muriel Peretti edito da Ensemble, 230 pp., 16 euro
La storia pubblica che si interseca nella storia privata, tra realtà e finzione e sullo sfondo di una Corsica sconosciuta – un’isola che ha vissuto a sua volta una vicenda a parte, enclave nell’enclave (geografica e temporale) durante la Seconda guerra mondiale: il libro di Muriel Peretti, autrice bilingue di origine corsa, racconta, attraverso l’eco di una rivoluzione esterna, l’evoluzione interiore di una donna, Andreina Candeli, personaggio di finzione che racchiude al suo interno una miriade di vere voci femminili. Un coro che sale dalle vie che si inerpicano attorno al porto di Bastia e corre oltre la città, tra le onde di un mare non più soltanto solcato da barche dei pescatori, ma teatro di una guerra che sembrava lontana. L’antefatto che sostiene questa storia di Resistenza in senso lato e di piccole resistenze individuali, infatti, affonda le sue radici nel quadro più ampio, come spiega, a margine del testo, il conservatore del Patrimonio del Museo di Bastia Sylvain Gregori: “Dal novembre 1942 al settembre 1943, la Corsica fu occupata dall’esercito reale italiano con 80.000 uomini”, un fatto che ha portato alla “materializzazione di una ‘grande paura’ dell’annessione da parte del regime fascista”. E questa “presenza transalpina alimenta paradossalmente un’ondata italofoba – sia identitaria sia congiunturale – provocando al contempo un progressivo avvicinamento tra occupanti e occupati sulla base di una cultura condivisa. La Resistenza prende forma in questo contesto particolare – che alla fine si inserisce in quello di un Mediterraneo in guerra”. Ed è su questo sfondo che l’eroe Robert Giudicelli, personaggio realmente esistito ma ridisegnato dall’autrice – che lo conosceva come figura del “lessico familiare” oltre che dal racconto pubblico – diventa, nel monologo interiore di Andreina, durante la veglia in morte del marito, il punto di svolta di altre vite: quella di Andreina stessa, con il suo amore vissuto, non vissuto e custodito nel ricordo, e quella di Guy e Marie, l’uomo e la donna che accompagnano Andreina e Robert in un tempo quotidiano che oltrepassa il momento in cui tutti lottano per una causa superiore. Presenze che si fanno rete di protezione dalla tempesta di una modernità alla porte, e anche prigione dorata. “Come pietre del fiume” è uno stato d’animo, ma anche una fotografia del momento, con i suoi paladini – Robert tra tutti, catturato e ucciso a Lione nel 1944, i suoi traditori e i suoi veri e falsi colpevoli; tra frastuono e silenzio, palazzi ad angolo e colonnelli italiani che arrivano all’alba, passeggiando in solitaria, mentre nei protagonisti si fa strada la fede irrazionale nelle parole non dette e negli atti non compiuti, quelli che spesso provocano (nostro malgrado) una decisione.
Muriel Peretti
Come pietre di fiume
Ensemble, 230 pp., 16 euro