
Una fogliata di libri
Corpi di Cristo
La recensione del libro di Massimo Cracco edito da Italo Svevo, 168 pp., 17 euro
La Verona di fine anni Ottanta, “snodo del terrorismo nero”, è un concentrato di bigotteria e tradizionalismo antidemocratico e crescervi è un imbroglio non da poco, come testimonia il giovane protagonista dell’ultimo romanzo di Massimo Cracco.
Narratore in prima persona della propria storia, il ragazzo – che rimane anonimo – stringe con Nilo, compagno di classe al liceo, un’amicizia che travalicherà presto i confini del sentimento, trasformandosi in emulazione, devozione, attrazione. Nilo, però, è una figura bifronte: bravo negli studi e di buona famiglia, esprime costantemente un’etica rigidissima composta da performatività e tradizionalismo che riversa in un odio incontrollato e viscerale per tutte le categorie marginali, ritenute “deboli”, che costellano il racconto (i senzatetto che occupano casermoni oltre la città; i tossici eroinomani; i transessuali che si prostituiscono sulla statale e così via). Così, i gesti di Nilo subiscono un’escalation che arriverà in parte a coinvolgere anche il protagonista, una volta che i due, lasciati i banchi del liceo per lo studio di facoltà scientifiche a Padova, si saranno allontanati.
Tuttavia, lo stesso narratore non è esente da questa complessità interiore che struttura l’amico. La gestione della sua omosessualità latente si rivela contorta e oscura dando vita a un rapporto col corpo, quello suo e degli altri, che assume tratti paranoidi e ossessivi. Ed è proprio da questa dimensione corporale che il romanzo trae non solo l’aspetto chiave di tutta la narrazione, ma desume anche lo stile della scrittura stessa. Acido, materiale, inquieto e oppressivo, l’incedere della dettato fa scivolare dentro i meandri delle menti dei due personaggi tratteggiando uno spettro di emozioni e tormenti che include vergogna, paura, odio e violenza. Il corpo di cui si parla non è solo quello a disagio del protagonista o quello desiderato di Nilo, ma sono anche il corpo della madre Laura, intravisto per sbaglio nudo in un peccato indicibile; quello dei “diversi”, che col corpo testimoniano una vergogna universale da eliminare; quello di Maria, la sorella del protagonista morta di leucemia; di Deborah, violentata dai preti della parrocchia, e molti altri.
Tutti corpi di Cristo, questi, votati a un sacrificio nero che genera un’antologia di personaggi perduti e annaspanti in una realtà asfissiante dove i pilastri sociali che dovrebbero fornire un orientamento – qui, famiglia e religione – si trasformano in regni del rimosso e della censura.
Massimo Cracco
Corpi di Cristo
Italo Svevo, 168 pp., 17 euro

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