
Una Fogliata di libri
La morte difficile
La recensione del libro di René Crevel edito da Ventanas, 206 pp., 16 euro
Anche solo per qualche minuto, avremmo voluto essere nel bel salotto parigino della signora Dumont-Dufour, e perderci in quello “sfarzo ragionevole” – come lo descrive René Crevel in questo libro uscito in Francia nel 1926 e da noi nella traduzione di Gianni Forte, drammaturgo e regista, già direttore della sezione Teatro della Biennale di Venezia, neodirettore dei Teatri di Bari. Un mondo, quello di allora, che è poi lo stesso in cui viveva l’autore che si suicidò giovanissimo nel 1935. Vorremmo stare lì per qualche minuto solo per assaporare quell’atmosfera parigina. Un posto datato quanto dotato di storie, stati d’animo, dissensi e convenevoli inutili, un luogo colmo di tensioni dove poter ascoltare frasi che non hanno mai senso a prescindere dall’epoca e dove a farla da padrone sono la follia (dell’orgoglio) e meno le folle, i “coralli d’intelligenza” (i pensieri personali) che si alternano – o vanno di pari passo – con i “coralli di carne” (le papille per il piacere), tra pensieri mutilati e desideri senza volto, droghe per iniezione e un folklore domestico “dove le creature sono simboli di una o di un’altra inclinazione”. Vorremmo stare pochi minuti con lì con lei, che se fosse nata uomo avrebbe fatto la giurista come suo padre, solo per prendere le difese, per quanto possibile, di suo figlio Pierre “che si dà dell’imbecille e del gigione”, che la provoca rispondendo alle sue accuse e che la lascia parlare senza battere ciglio, al massimo con una boutade, ma nulla di più, “come se non dovesse rendere conto delle proprie azioni o come se non fosse interessato a una vita che gli domandano di giustificare”. Tra convenzioni sociali e ipocrisia assoluta, il ragazzo vive tra insicurezze, altre menzogne ed esseri tormentati che lo tormentano come fossero dei pensieri, nascondendo quello che è realmente e prova nei confronti degli uomini, nello specifico per il suo coetaneo Arthur Bruggle, che a differenza sua è più emancipato e sa davvero ciò che vuole. Un ragazzo che ama i ragazzi, volendo citare Paterlini, che lo rimprovera di guardare troppo nel profondo di sé stesso, che è poi lo stesso errore che fa Diane, la fidanzata per convenienza di Pierre, una donna che si è voluta ingannare sulle sue stesse intenzioni, che sa la verità, ma la accetta. “Mi rendo conto solo ora che tieni a me perché sai che non sono per te”, dirà lui e a lei che – come la signora Dumont-Dufour – non ha capito che si è innamorato del ragazzo più strano di tutti, posseduto, sì, “ma senza la capacità e la volontà di guarire”. Una che non è riuscita a vedere le loro contraddizioni, che non perdona alla passione il suo dolore troppo semplice e che non capisce che il naufragio non sarà una fine.
René Crevel
La morte difficile
Ventanas, 206 pp., 16 euro

Una Fogliata di libri