Una Fogliata di libri

Il pensatore solitario

Carlo Crosato

La recensione del libro di Ermanno Cavazzoni edito da Quodlibet, 176 pp., 15 euro

"Sono i pigri che muovono il mondo! Gli altri non ne hanno il tempo”. Così, nel 1943, Albert Camus concludeva una lettera al poeta Francis Ponge. Nei ribollimenti di pensieri di Ermanno Cavazzoni traspare una analoga consapevolezza. Numerose volte Cavazzoni si chiede, e ci induce a chiederci, se sia proprio sempre necessario agire nel modo giusto, e perfino se sia necessario agire. La domanda è tutt’altro che superficiale: e se ciò che è corretto e giusto non fosse che il prodotto di una configurazione storica del potere, di un’unità di misura tra le altre per qualificare una condotta che, prendendo la giusta distanza, non si rivela poi così buona? Cavazzoni non invita alla dissidenza. Di più, le sue riflessioni solitarie ci invitano a ipotizzare gli effetti devastanti dell’inazione: essa è certo distruttiva per ogni consorzio fondato sulla cooperazione, ma siamo certi che sia sempre cosa buona cooperare? Questa ipotesi, allora, si traduce subito nella sollecitazione a non rimanere troppo dentro le cose, a non rimanerne catturati, ma a conservare uno spazio di riflessione fuori luogo, irriducibile al modo in cui la storia ricama non solo il modo giusto di pensare e agire, ma anche le trame di una possibile opposizione.

 

Pensando fuori luogo, perfino la stessa creazione può apparire come il gesto di un Dio distratto, preso dal sonno. Non si tratta di appesantire la storia con il corpo morto dell’indifferenza, ed è illusoria la ricerca di uno spazio di assoluta autonomia. Illusoria, perché ogni pensiero e ogni azione, lungi dal presentarsi come scintille che brillano della propria stessa energia, hanno inizio sempre da qualcosa che li precede. 

 

Ma allora, sembra suggerirci con irresistibile ironia Cavazzoni, proviamo a prendere le carte che ci vengono distribuite e fare tutt’altro gioco rispetto a quello che ci viene richiesto. Il libro di Cavazzoni è una raccolta di fantasticazioni accomunate dalla domanda di fondo “Cosa accadrebbe se…?”, descrivendo così una vera parodia del mondo. La più ironica e, nella sua radicalità, drammatica, è quella che si chiede cosa accadrebbe se una persona decidesse davvero di abbandonare ogni forma di vita umana e darsi all’eremitaggio. Certo, se si vuol vivere fra gli esseri umani, ci sono molte cose che si devono e molte altre che non si possono fare; e se non si volesse vivere nell’umanità? La coercizione perseguita anche l’eremita, a meno di non scegliere come luogo di ritiro il tempestoso centro esatto di un oceano.

     

Ermanno Cavazzoni
Il pensatore solitario
Quodlibet, 176 pp., 15 euro

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