una fogliata di libri

Oasis. The masterplan

Raffaella Silvestri

La recensione del libro di Kevin Cummins, Editore, yy pp., 1xx euro

Oasis. The Masterplan di Kevin Cummins  dovrebbe rientrare nella selezione minima di libri fotografici di qualsiasi appassionato di musica, storia della musica, ma anche di storia del costume e cultura visiva. Il 1994 è stato un anno di svolta nella musica contemporanea, con il primo album degli Oasis, “Definitely Maybe”; la rottura definitiva con il punk; l’ultima coda di Madchester, cioè della scena musicale di Manchester fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, degli Stone Roses e Inspiral Carpets. Pur in continuità con Madchester, da cui si sviluppa il Brit pop, il 1994 ha segnato la nascita di una nuova epica, quella dei fratelli Gallagher: vestiti come lads qualunque, senza gli abiti di scena del punk né una ricerca visiva sofisticata da 80’s. Gli Oasis erano vestiti “come i loro amici”, eppure un’estetica ce l’avevano, e Kevin Cummins, che è stato fra i primi a fotografarli, ha contribuito a crearla. Alcuni ritratti di Cummins (agli Smiths, a Ian Curtis) sono già esposti alla National Portrait Gallery, e nella sua carriera ha poi ha fotografato gli Oasis per trent’anni, ma in questo libro seleziona solo immagini del 1994. A febbraio Cummins andò ad Amsterdam a fotografare gli Oasis che suonavano come band di supporto dei Verve (ci trovò solo Noel perché gli altri erano stati arrestati in traghetto), a dicembre gli Oasis suonavano al Virgin Megastore di Marble Arch: erano diventati delle star.

 
Alcune sono immagini diventate iconiche, come quella in cui i fratelli indossano le maglie del Manchester City, la loro squadra del cuore – che al tempo era una squadra di eterni perdenti, tanto che la rivista NME non volle mettere l’immagine in copertina per non creare quell’associazione, Oasis – Man City, che poi invece sarebbe diventata inscalfibile.  Altre immagini risulteranno inedite anche ai fan più accaniti degli Oasis: Liam Gallagher con un maglione con scollo a V e un pantalone della tuta Adidas: è un’estetica che ha avuto talmente tanto successo da diventare mainstream, allora ero lo stile di un gruppo specifico di ragazzi working class. 

  
Un’altra epica nata nel 1994 è proprio la sfida tra working class lads (gli Oasis) e i londinesi Blur: che del 1994 sono anche i singoli Girls & Boys e Parklife. La storia musicale di quegli anni si può trovare in un altro titolo Rizzoli, Generazione Alternativa. 1991-1995, di Luca De Gennaro. Il 1994 è infatti anche l’anno di “Basket Case” dei Green Day e dell’“Unplugged” dei Nirvana, ma questa è un’altra storia. 

    

Oasis. The masterplan
Kevin Cummins 
Editore, yy pp., 1xx euro

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