una fogliata di libri

L'intelligenza condivisa. Vivere e lavorare insieme all'AI

Federico Morganti

La recensione del libro di Ethan Mollick edito da LUISS University Press, 184 pp., 18 euro

Nel corso della storia, alcune innovazioni hanno sollevato interrogativi profondi per via del loro impatto trasversale sulla vita quotidiana e sul lavoro, aprendo scenari spesso imprevedibili. Si è portati a pensare, però, che nessuna abbia messo così tanto in crisi studiosi e professionisti quanto l’intelligenza artificiale generativa. Ben venga, dunque, la riflessione di Ethan Mollick – professore di Management alla Wharton School e tra i divulgatori più lucidi sul tema – che apre il testo con una confessione personale: tre lunghe notti insonni, passate a fare i conti con una tecnologia che sembrava riscrivere tutte le regole.

Chiunque, leggendo il titolo del volume – Co-Intelligence,  “intelligenza condivisa” – avesse colto una sfumatura ottimistica, non si sarebbe sbagliato. In ambiti e applicazioni tra i più diversi, Mollick accompagna il lettore a intravedere il ruolo dell’IA – inizialmente descritta come “l’alieno”, poi via via rappresentata come mentore, collega, partner e altro ancora – come alleata dell’essere umano, co-costruttrice di analisi, significati e decisioni, pur senza ignorare le sfide etiche, le “allucinazioni” e i rischi di opacità nei meccanismi che governano il funzionamento di questi sistemi complessi.

Forse in nessun ambito i sentimenti contrastanti in merito all’IA si avvertono quanto nel lavoro. Mollick schiva le grandi questioni macroeconomiche (della serie: “l’IA ci ruberà il lavoro?” o, peggio, “quando le aziende avranno sostituito tutti i lavoratori con l’IA, chi comprerà le loro merci?”), non perché le ignori, ma perché ha in mente un altro scopo: aiutarci a immaginare il futuro del lavoro al tempo dell’IA, partendo da ciò che è già possibile fare oggi. La notizia è che la nostra è probabilmente l’ultima generazione di lavoratori e lavoratrici ad avere come colleghi soltanto altri esseri umani: via via saremo chiamati a integrare “agenti co-intelligenti” nella quotidianità lavorativa. Chissà, forse un giorno li vedremo anche comparire in un organigramma. Un’azienda come Moderna, tanto per dirne una, ha già deciso di fondere la funzione HR con quella IT.

Mollick ci guida attraverso i numerosi ambiti di applicazione dell’IA – dalla generazione di contenuti alla programmazione, passando per l’analisi di mercato e il supporto alla vendita – e suggerisce una direzione chiara: l’umano sempre nel loop, l’IA come partner collaborativo. Un’IA che può sì sostituire l’essere umano, ma solo nelle attività più ripetitive e a basso valore aggiunto, così da permettergli di esprimere altrove la propria creatività.

    

Ethan Mollick
L’intelligenza condivisa. Vivere e lavorare insieme all’AI
LUISS University Press, 184 pp., 18 euro

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