
una fogliata di libri
Inferno
La recensione del libro di Timothy Morton edito da Timeo, 370 pp., 25 euro
Timothy Morton che ha ritrovato la fede in Gesù Cristo? Non è uno scherzo. Il filosofo radicale noto all’inizio della sua carriera per gli studi sul romanticismo inglese e, negli ultimi anni, per i testi ecologisti letti dagli attivisti di Extinction Rebellion, torna a soppesare l’influenza che ha avuto su di lui la scuola religiosa iper-british frequentata da ragazzino, mentre veniva cresciuto da un padre musicista assente, violento e amante delle droghe. “Mamma e papà e la scuola avevano reso la religione una cosa difficile, eppure la volevo con tutto il cuore”, scrive il filosofo. Dopo decenni di buddismo Morton il 28 marzo 2023 ha avuto un’esperienza che descrive, “in maniera confusa e del tutto ridicola e imbarazzante, come una rinascita che probabilmente farebbe impallidire financo C. S. Lewis”, lo scrittore della saga di Narnia, amico di Tolkien, che molto si spese in difesa del cristianesimo. E così, in questo libro più che engagé è profondamente evangelico, letteratura romantica ed ecologia militante unendosi insieme trovano nel cristianesimo la risposta alle domande della vita e dell’emergenza sociale-ambientale. A fare da guida William Blake, come un Virgilio nel caos del contemporaneo. Blake, che dipingeva le proprie poesie e che a fine Settecento – dove il re di allora Giorgio III somigliava incredibilmente a Trump – “capì come fare dei meme”. Blake che Morton amava talmente tanto da ragazzo da non riuscire a farci la tesi. Troppa intensità. “Questo non è un libro su Blake”, scrive Morton, ma un “libro con Blake”. Ritorna l’amore iniziale verso un autore formativo e torna l’educazione religiosa abbandonata a un certo punto, tra musica techno e new age. Quello che Morton ritrova in Blake è l’accusa non tanto alla scienza, quanto allo scientismo, che, dice, si è trasformato in una “religione”. “Lo scientismo fa proprio quello che fanno le religioni: prende versi poetici che la scienza chiama ipotesi e teorie, e li trasforma in perle di fede”. Il divulgatore etologo super-ateo Richard Dawkins è, nell’ottica di Morton, un fondamentalista che tratta l’ateismo come una religione. E allora meglio tornare al Vangelo, e alle immagini dipinte da Blake sull’Apocalisse. Le parabole diventano la guida per combattere, senza violenza, il mondo in fiamme. Il sacro – “mood della vita” – è la chiave per trovare la via in un mondo in cui “gli esseri umani hanno bruciato una totale quantità di combustibili fossili da rendere l’atmosfera una prigione di monossido di carbonio”. I precetti di Gesù diventano il modo per sondare il rapporto uomo-natura. Eco-spiritualismo con tutti i deliri autobio e pop soliti di Morton, un flusso non facile da tradurre (quindi bravo Valerio Cianci), e che mette l’inferno sotto una nuova prospettiva.
Timothy Morton
Inferno
Timeo, 370 pp., 25 euro



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