una fogliata di libri

Correzione automatica

Federica Bassignana

La recensione del libro di Etgar Keret edito da Feltrinelli, 160 pp., 16 euro

Storie che sembrano fin troppo inverosimili per essere inventate”: si potrebbe riassumere così Correzione automatica, dell’autore israeliano Etgar Keret. Considerato da molti uno dei migliori autori viventi di racconti brevi, Keret ritorna con trentatré storie in cui racchiude tutta l’umanità nella sua verità più profonda. La sua cifra è ribaltare ogni punto di vista e sorprendere il lettore quando meno se lo aspetta: la disillusione diventa ironia, la realtà diventa surreale, la tragicità diventa comicità. E viceversa. Se nulla regge, tutto cambia e si trasforma. I racconti presentano personaggi sempre diversi a cui è concesso dall’autore un breve, a volte brevissimo, spazio per farsi conoscere, lasciare che il lettore si affezioni o cerchi di comprenderli, per poi passare il testimone a un’altra storia, un altro personaggio. C’è un uomo che incontra la copia della sua ex fidanzata, arrivata da un altro pianeta per scoprire che cosa manchi in questo mondo – come i bastoncini dei selfie, e non solo –; c’è una donna che con Tinder conosce un uomo che vuole una storia seria, ma dice di essere sposato per paura di una relazione che seria lo diventi davvero; ci sono i fondatori della Facoltà di Scienze della solitudine della Libera Università di Berlino, che si separano e mentre lui si allontana il più possibile da lei, lei inaugura un progetto che si propone di creare l’anima gemella – un’entità computerizzata che si sarebbe adattata come un guanto all’individuo al quale era destinata –; c’è un uomo nella cui vita tutto era dolore, poi noia, poi paura, poi estenuante, irritante, frustrante, e poi, un gran vuoto; e ancora, c’è un uomo che mentre il mondo finisce mangia olive e guarda la tv; c’è il futuro che non è più quello di una volta e la solitudine che porta il cuore a indurirsi in men che non si dica. Keret porta nei suoi racconti anche l’attualità, con i riferimenti alla guerra e al conflitto israelo-palestinese, come quando un suo protagonista prega Dio con grande, grandissimo fervore, per cambiare la tragica realtà che sta vivendo. Keret non fa sconti a nessuno e fissa negli occhi il nostro riflesso con il suo sguardo del disincanto, senza precludere un bagliore di speranza. Il suo è un libro che invita a esplorare e abitare tutta la gamma di emozioni umane, anche quelle più scomode, spigolose, per ricordare come si debbano abbracciare le fragilità, totalmente umane, rimanendo fedeli a sé stessi, nonostante tutto attorno vacilli. 

   

Etgar Keret
Correzione automatica
Feltrinelli, 160 pp., 16 euro

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