Le sorelle Blue

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Coco Mellors, Einaudi, 432 pp., 20 euro

Una sorella non è un’amica. Non ci si sceglie a vicenda, non ci si studia di nascosto per capire con chi si ha a che fare: ci si appartiene fin dal primo momento”. Le sorelle Blue sembrano in superficie molto diverse tra loro, salvo che per l’appartenenza originaria alla città di New York e per una certa propensione per le dipendenze. Umanità ferite, ciascuna a modo suo. Avery è la maggiore, “nata saggia e stanca del mondo” con un passato di dipendenza dall’eroina e un presente come avvocatessa di successo a Londra, dove vive con la sua compagna Chiti (psicoterapeuta di sette anni più grande). Poi c’è Bonnie, che parla il linguaggio del corpo e ha il culto della disciplina. La sua vocazione è la boxe e da qualche anno si è trasferita a Los Angeles dove, per mantenersi, fa la buttafuori in un locale. La più piccola delle sorelle Blue è Lucky che “fa la modella dal quando aveva quindici anni e ha lavorato in ogni angolo del globo, che è un altro modo per dire che è stata sola in ogni angolo del globo”. Vive a Parigi, tra alcol e droghe, e si sente perduta. E infine c’era Nicky, la più emotiva delle quattro sorelle, insegnante di inglese in una scuola privata dell’Upper East Side (lavorava a sette isolati da dove era nata), morta prematuramente a ventisette anni a causa di un’overdose da antidolorifici che prendeva di nascosto per il dolore cronico causato dall’endometriosi. Le tre sorelle superstiti si ritrovano, a un anno dalla scomparsa di Nicky, a svuotare il suo appartamento di New York in tre giornate. Le loro singole vite stanno vacillando sotto i colpi di una serie di accadimenti che lasciano poco scampo; il legame tra Avery e la compagna sta andando in pezzi a causa di un tradimento (Avery ha avuto una relazione con un poeta conosciuto agli Alcolisti Anonimi), Nicky è sempre più persa in un’esistenza priva di coordinate e avvinta dalla solitudine (il suo desiderio di trovare conforto si concreta nei messaggi che lascia in segreteria a Nicky, dopo un anno dalla sua morte) e Bonnie sfoga la sua rabbia su un cliente razzista nel locale in cui lavora, picchiandolo a sangue. Ci sono come delle scintille nella scrittura di Coco Mellors, degli squarci che mostrano il dolore e il desiderio lancinante delle sue protagoniste. Donne che si affannano nel fare, nell’abitare la superficie ma che hanno allo stesso tempo famigliarità con la ferita che si portano dentro. Non sanno ripararla, a volte sembra nemmeno ci provino. Hanno però tre giorni per stare insieme, per condividere gioie e dolori. Comprensibili le une alle altre poiché hanno la stessa matrice. Sorelle. “C’è una cosa che nessuna di loro sa: finché sei viva puoi essere trovata, e non è mai troppo tardi”. 
  
Le sorelle Blue
Coco Mellors
Einaudi, 432 pp., 20 euro

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