
una fogliata di libri
Il destino dell'ammiraglio Kolčak
La recensione del libro di Peter Fleming edito da Edizioni Medhelan, 300 pp., 26 euro
Le guerre civili sono spesso un groviglio difficile da districare per gli storici, motivate come sono da tanti altri fattori oltre a quelli politici e militari, spesso preponderanti nelle ricostruzioni. Così accade anche per la guerra civile che si scatena in Russia nell’autunno del 1917 dopo la presa del potere dei bolscevichi. Peter Fleming, giornalista, storico e spia al servizio di Sua Maestà (nonché fratello del creatore di 007), si appassiona alla questione nel 1931, a ventiquattro anni, durante un viaggio lungo la Transiberiana. In quelle remote zone vicine al confine con la Cina e la Mongolia, era ancora viva la memoria dell’intrepido, incorruttibile ammiraglio Kolčak, tanto da stuzzicare in Fleming la voglia di ricostruirne la breve e intensa vicenda di comandante in capo delle armate bianche che si opposero ai bolscevichi, fino alla sconfitta, alla cattura e alla fucilazione, avvenuta il 7 febbraio 1920 a Irkutsk, nella Siberia centrale.
Attingendo a un’ampia mole di documenti, compreso l’archivio privato di Kolčak, Fleming riesce a far interagire sapientemente il piglio dello storico con il mestiere dello scrittore di intrecci avventurosi. Accanto ai fatti storici acclarati, alle mappe in grado di restituirci il movimento delle truppe, la distanza delle linee di rifornimento e quant’altro pertiene al racconto della guerra guerreggiata, Fleming sceglie con cura aneddoti, situazioni, risvolti personali in grado di avvicinarci a quei luoghi remoti nello spazio e nel tempo in modo vivido oltre che istruttivo.
I momenti più gustosi di una narrazione peraltro sempre scattante sono quelli in cui Fleming si sofferma a descrivere un personaggio, uno scenario, un’atmosfera. In primo piano ovviamente c’è Kolčak, ritratto con queste asciutte quanto evocative parole: “Si abbandonava facilmente all’ira ma, tranne quando era in preda alla rabbia sembrava una figura fiera, fredda, ritirata, devota imperscrutabile, un po’ disumana. Perfino alla fine, con la morte che lo fissava giorno dopo giorno dietro le spalle di chi lo interrogava, non fece scorgere alcuno spiraglio nella sua corazza di freddezza”.
Comandante della flotta del Mar Nero durante la guerra, conosciuto e rispettato tra le fila degli eserciti alleati, durante la breve esperienza di Comandante in capo riesce a mantenere rigore e disciplina in mezzo a furfanti, avventurieri e codardi di ogni risma. Forse anche per questo è stato in tra i pochi protagonisti di quell’epoca tumultuosa a essere riabilitato in anni recenti.
Peter Fleming
Il destino dell’ammiraglio Kolčcak
Edizioni Medhelan, 300 pp., 26 euro