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Rendere visibile l'inesistente è forse il cardine dell'attività editoriale

Antonio Gurrado

I libri più interessanti sono quelli che si fingono impalcature prive di palazzo. Da Manzoni a The Milaneser. Esempi

Il buco con la menta intorno, recitava lo slogan di una caramella a forma di anello. Simile fortuna può valere per i libri: i più interessanti sono quelli che si fingono impalcature prive di palazzo, ombre senza corpo, specchi allucinogeni. E’ ad esempio il caso del cid Hamet Benengeli, storico musulmano inventato da Cervantes per attribuirgli la paternità del Don Chisciotte; oppure del Dr. Ralph, misterioso autore al quale si deve, secondo Voltaire, l’inesistente originale tedesco del Candido. Il dottor Dryasdust riceve dal gentiluomo Laurence Templeton segnalazione di un manoscritto medievale proprietà del collezionista Arthur Wardour: è la triplice cornice immaginaria in cui Walter Scott colloca Ivanhoe. I Promessi sposi ammodernano il resoconto di un finto anonimo seicentesco avvezzo al roboante periodare di un Gioseffo Ripamonti, cronista milanese ben noto al Manzoni (e a chi bazzica Milano sud). “Naturalmente, un manoscritto”, esordisce Umberto Eco per giustificare il medioevo posticcio de Il nome della rosa; Enrique Vila-Matas descrive Bartleby e compagnia come la raccolta di note a pie’ di pagina di un testo non scritto. Michela Murgia, adepta dei giochi di ruolo online, aveva creato un attivissimo profilo Facebook del protagonista mesi prima di pubblicare, con Einaudi, Chirù. Rendere visibile l’inesistente è forse il cardine dell’attività editoriale, più simile al trompe-l’oeil che all’ingegneria edile. Fra i recentissimi, il caso cui sono più affezionato è un libro su una rivista di cui esiste solo la testata. The Milaneser è un progetto di Zetalab, studio di comunicazione e design, che dal 2020 commissiona a illustratori sempre diversi copertine in stile New Yorker per ritrarre scorci di una Milano metafisica. Prima si trovava solo su Instagram, poi sono arrivate le stampe da appendere in casa, ora il libro (pubblicato dalla cartoleria storica Fratelli Bonvini, 224 pp., 39 euro) che a sua volta crea buchi e assenze: delle sette versioni alternative in commercio, cinque sono già esaurite. Un domani, chissà, qualcuno creerà davvero la rivista che renda tridimensionali le copertine; a riprova che l’editoria è quell’arte magica che fa apparire ciò che non c’è.

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