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Lettera da due città

Marina Corradi

Una distanza che sembra incolmabile, in un tramonto d'oro. I nuovi figli sanno a stento l’italiano; nati qui, non sono cittadini. I vecchi con la “minima” cercano inebetiti per ore un guizzo di fortuna, sullo schermo di un bar

Oltre lo Scalo di Porta Romana. Dalle parti di piazzale Gabrio Rosa il navigatore sbaglia, m’infilo in una via a fondo cieco che costeggia la massicciata. Incredibile come il navigatore Gps, in queste periferie, si perda come me. È Milano, ma sconosciuta, anonima, cementi tirati su dove capitava. I blocchi delle case popolari hanno facciate ridipinte, e c’è un sole oggi, pure di febbraio, che nel tramonto le illumina di oro. Sono ugualmente tristi, così in fila, così uguali: e gli uomini non sono fatti per vivere in case tutte uguali. Solitari bambini arabi o orientali filano in monopattino sui marciapiedi. Gli italiani rimasti sono molto anziani.

 
Un raro caffè. Stretto, tre striminziti tavolini occupati. Gli avventori guardano fissamente in alto, alle mie spalle, a un monitor su un muro. C’è un gioco che estrae i numeri ogni cinque minuti. Ogni cinque minuti qui aspettano il miracolo: le bollette pagate, la spesa per una settimana. C’è anche un ragazzo, che alle sei di sera mangia avidamente una brioche possa con un cappuccino.

 
Appena oltre i binari dei treni, implicita barriera, c’è quest’altra città. Ripenso alle periferie che conoscevo da ragazza, volontaria sulle ambulanze. Erano anche più scalcinate, ma piene di bambini e giovani. Che lavoravano o studiavano, e diventavano compagni di banco, e poi colleghi. Che scendevano in piazza, come i loro padri che affollavano le sedi del Pci con la falce e il martello nell’insegna: e avevano un peso, ed erano pienamente Milano. Adesso la distanza fra le due città sembra incolmabile. I nuovi figli sanno a stento l’italiano; nati qui, non sono cittadini. I vecchi con la “minima” cercano inebetiti per ore un guizzo di fortuna, sullo schermo di un bar.


Oltre i binari, dove comincia la Milano giusta, è il momento dell’happy hour. Le colf pendolari fra le due città, stanche, aspettano un tram. Come tutto, stasera, in questo tramonto limpido, sembra d’oro. Oro finto. Quanto si è alzata la barriera fra le due città, ma l’altra città non parla, non ha voce.

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