Una fogliata di libri

Il teatro fantasma

Riccardo Canaletti

La recensione del libro di Mat Osman, edito da Blu Atlantide, 393 pp., 19,50 euro

In un’intervista a Rolling Stone, Mat Osman, ex membro della band Suede, disse: “Nella vita dovremmo tutti essere bassisti e scrittori”. In qualche modo, quindi, artisti sotterranei, rigidi, per evitare che l’opera crolli e, allo stesso tempo, acrobati liberi. Bassisti che sorreggono una struttura e architetti in grado di gestire, dall’alto, l’intero progetto. Chissà che le due cose non si confondano, talvolta. Ne Il teatro fantasma, il suo secondo romanzo, Osman sembra scrivere come si dovrebbe suonare il basso, ma in un assolo sul bordo di un palcoscenico che ci è familiare. La vicenda, ambientata in epoca elisabettiana, dimostra la preparazione e l’erudizione dell’autore, ma anche la capacità di arricchire il sostrato storico di quella che potremmo definire – pescando dalla memoria musicale dei concerti di Bach – una “magia brandeburghese”, barocca, rocambolesca, di matematica perfezione. 

 

Un amore tra due irregolari sui tetti di una Londra archetipica, fumosa, buia, epocale ma, forse proprio per questo, anche piena di insidie, di malattie, di morte. Lei, Shay, addestratrice di falconi e lui, Nonesuch, acrobata all’avanguardia nell’Inghilterra impassibile che dà loro la caccia. Mat Osman riesce a costruire una storia convenzionale con elementi non convenzionali, dando la priorità all’intreccio e alla storia, che mai si incarta su un linguaggio nemico della narrazione. Il romanzo inizia con una fuga, che dà il tempo all’intero libro. Mat Osman, che aveva esordito nella narrativa con Rovine (Atlantide, 2021), un romanzo musicale, inizia a scrivere questo nuovo libro durante la pandemia e il contrasto tra lo spazio chiuso del lockdown e quello aperto della storia potrebbe essere rappresentato così: se la pandemia si viveva nelle case, sotto i tetti, Il teatro fantasma è una storia di funamboli, di “parkouristi” che sopravvivono sopra i tetti. 

 

Il teatro fantasma culmina in una lotta per il potere portata avanti dalla compagnia di atleti e artisti di Nonesuch e da Shay. Ci sono tutti gli elementi di una storia canonica (un potere costituito, una resistenza clandestina che porterà alla guerriglia, l’amore in contrasto con uno scenario quasi pestilenziale, quello dell’Inghilterra della regina vergine), reinterpretata alla luce di una sensibilità artistica torrenziale ed esplosiva, una fantasia iperattiva. Come se Mat Osman non fosse capace di dire basta alla sua stessa immaginazione.

 

Il teatro fantasma

Mat Osman

Blu Atlantide, 393 pp., 19,50 euro

Di più su questi argomenti: